Cronaca

Discarica Bussi, numeri da brivido

«L'acqua contaminata è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole». E' il duro passaggio della relazione dell'Istituto superiore di sanità, che ha analizzato, per l'Avvocatura dello Stato, le acque contaminate dalla mega discarica di veleni tossici nel pescarese.

«La qualità dell'acqua è stata indiscutibilmente significativamente e persistentemente compromessa», prosegue la relazione dell'Iss, depositata agli atti del processo di Chieti dove sono sotto processo i vertici di Montedison e Solvay con oltre 20 indagati dopo l'inchiesta del Corpo Forestale. Il guasto «per effetto dello svolgersi di attività industriali di straordinario impatto ambientale in aree ad alto rischio per la falda acquifera e per le azioni incontrollate di sversamento», spiega il documento.

«La mancanza di qualsiasi informazione relativa alla contaminazione delle acque con una molteplicità di sostanze pericolose e tossiche, solo una parte delle quali potrà essere tardivamente e discontinuamente oggetto di rilevazione nelle acque, ha pregiudicato la possibilità di effettuare nel tempo trattamenti adeguati alla rimozione delle stesse sostanze dalle acque» si legge ancora nella relazione di 70 pagine che i consulenti tecnici dell'Avvocatura dello Stato Pietro Comba, Ivano Iavarone, Mirko Baghino e Enrico Veschetti hanno stilato sulla vicenda della mega discarica di veleni industriali di Bussi e sulla contaminazione delle falde acquifere della Val Pescara. «Del significativo rischio in essere non è stata data comunicazione ai consumatori che pertanto non sono stati in condizioni di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli», si legge tra le conclusioni. Ci sono quindi «incontrovertibili elementi oggettivi coerenti e convergenti nel configurare un pericolo significativo e continuato per la salute della popolazione esposta agli inquinanti attraverso il consumo e l'utilizzo delle acque», chiude l'Istituto superiore della Sanità.

FORUM ACQUA: ORA INDAGINE EPIDEMIOLOGICA - «Ora le priorità sono la bonifica, i processi e l'indagine epidemiologica. Irrisolta la questione della trasparenza e della partecipazione dei cittadini». Questo il commento del Forum abruzzese dei Movimenti per l'Acqua, che, insieme al Wwf, ha dato il via alle indagini della Forestale sulla megadiscarica di Bussi.

«I Pozzi Sant'Angelo inquinati, che rifornivano l'intera Valpescara a valle di Bussi - si legge in una nota del Forum - sono stati definitivamente chiusi nel 2007 a seguito di analisi private, poi si scoprì che almeno dal 2004 gli enti pubblici avevano contezza della contaminazione con le analisi dell'Arta, denunce, innumerevoli esposti e di un vero e proprio lavoro di inchiesta del Wwf e del Forum Acqua tra maggio e agosto 2007, su cui si basò l'interrogazione parlamentare del deputato Maurizio Acerbo. Tanto che già allora l'Istituto superiore di Sanità scrisse alle associazioni che l'acqua dei Pozzi Sant'Angelo non era idonea al consumo umano. A seguito di tali azioni furono scavati pozzi a monte dell'area inquinata, i pozzi San Rocco, che oggi riforniscono la Valpescara».

WWF: POZZI CONTAMINATI CHIUSI NEL 2007 - «L'acqua contaminata erogata dall'acquedotto della Val Pescara è stata bevuta fino al 2007, anno in cui, grazie alle denunce del Wwf, i pozzi Sant'Angelo sono stati chiusi. Non sappiamo bene quando è cominciato il tutto, ma per anni gli abitanti hanno bevuto acqua contaminata». Lo afferma il presidente del Wwf Abruzzo, Luciano Di Tizio, che definisce la relazione dell'Istituto superiore di sanità come una «conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto». «Dopo il 2007 - ricorda il presidente - hanno scavato nuovi pozzi a San Rocco, a valle della zona contaminata. Attualmente e per il momento la situazione è tranquilla e non ci sono problemi per l'acqua che beviamo, ma bisogna stare attenti e vigili perché quella zona è molto delicata».