Il futuro dimenticato

26 marzo 2014 | 14:22
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Il futuro dimenticato

di Giada Panetti

Basta tuffarsi in quella tenera età dove mattoncini di Lego costruivano grandi palazzi facendoti credere l’unico ingegnere del futuro.

Un futuro dimenticato è quando “sporcavi” di stelle gialle quei fogli A4 bianchi come la neve e diventavi rosso quando la maestra esclamava “ecco il nuovo Van Gogh!” perché tu non sapevi nemmeno di chi stesse parlando.

Un futuro dimenticato è una sala di danza, oggi così lontana, che una volta ti portava ad essere la prima ballerina della scala di Milano.

Un futuro dimenticato è il diploma di un liceo scientifico dove formule matematiche non servono oggi per una laurea in psicologia . . .o forse sì.

Una sera mi fermai a pensare a quella che sarei diventata un giorno, guardando il passato di un futuro dimenticato, ma che tanto mi aveva insegnato. Pochi esami alla tesi e sapevo che avrei realizzato il sogno che in tutti quegli anni avevo conservato inconsciamente. Mi vedevo una donna sicura di se; con un mix di acidità, sarcasmo e quella

giusta dose di ambizione che con la punta di una biro avrebbe analizzando l’anima di persone distese su un lettino. Quella stessa sera presi consapevolezza che in tutti quegli anni trovai la mia vera strada nella sicurezza di un bambino, nell’eleganza di un pittore che non ha paura del silenzio, in una ballerina che non ha paura della sua immagine riflessa ad uno specchio e in delle formule matematiche, in delle formule matematiche alle quali associavo solo un numero, quello del voto di una professoressa, che mai mi sarei aspettata che si fossero ripresentate in un futuro lontano dai banchi di scuola…futuro… ed ecco come ritornano a farci visita queste 6 lettere che tante gioie ma anche tanta incertezza conferiscono alla gente.

La vita è come una partita a carte… ha un inizio e una fine, ma quando ti trovi nel mezzo… quando sei in ballo non sai mai quale carta uscirà… pur essendo estremamente sicura di come si scriva il mio nome o di quale sia il colore preferito del mio ragazzo non saprò mai cosa sognerò

questa notte o cosa ascolterò domattina accendendo la radio della mia macchina… e con la stessa determinazione con la quale la mia penna sta scrivendo proprio ora questa riflessione io scrivo il mio futuro, analizzando il mio passato, ascoltando quelle sottigliezze quasi impercettibili che la vita silenziosamente ti regala.

Il passato ha il suo fascino, perché grazie ad esso non possiamo tornare indietro e modificarlo ma ti da la possibilità di guardare il futuro con occhi diversi.