Ora c’è il peso della terra

26 marzo 2014 | 05:42
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Ora c’è il peso della terra

di Valter Marcone

E tornare ancora lassù

tra i giorni dissipati, teneri

e pieni d’ombra tra il rosa

delle albe e quell’acceso

arancio di tramonti di sole.

Tornare lassù, come a chiedere

perdono

per non essere più capaci

di vedere l’immagine dei baci

il suono dei canti

il rumore dei sogni.

Varcare poi appena appena

la porta delle chiese

che non hanno più soglia

per pronunciare una preghiera

come quelle delle devozioni della sera

quando scacci dal sonno

case grigie e volti di uomini

voci e parole, insonnia, il tempo

d’una giornata ormai passata.

Tornare lassù come un mesto

rituale senza vita

che la vita di qui è passata

ed è oggi scomparsa.

In questa vecchia casa

non ci sono più vecchi

che cuciono il tempo

con i ricordi

e non ci sono bambini

che guardano dalle finestre le rondini.

Ora c’è il peso della terra

della polvere, del cuore

che ha perso ogni carità

e non sa più dire,

che dire?

lassù, lassù sono tornato

e ho trovato le immagini

addormentate dell’amore

l’amore di chi

di qui passò e poi scomparve.

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