
«Questo è il peggior caso in Europa di esposizione a sostanze tossiche tramite acqua del rubinetto contaminata. Lo è per numero di persone coinvolte, per tempi di esposizione e per numero di sostanze. Per venti anni oltre mezzo milione di cittadini sono stati esposti. C’è un caso leggermente simile solo negli Stati Uniti».
Così Augusto De Sanctis, del Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua, commentando la relazione dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sul caso di Bussi sul Tirino (Pescara).
De Sanctis ha sottolineato che «quella è una zona delicatissima dove passa l’acqua di mezzo Abruzzo e che, a distanza di sette anni, dal fiume Pescara, nel mare Adriatico continuano ad arrivare sostanze tossiche».
POSSIBILE CHE NESSUNO SAPESSE? «Queste dichiarazioni ci lasciano senza parole. Non sapere ci pare quanto meno incredibile». Lo afferma Augusto De Sanctis a proposito delle affermazioni del governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi, il quale ha riferito di non sapere nulla dei dati e di non aver mai ricevuto segnalazioni dall’Istituto superiore di sanità, altrimenti avrebbe preso provvedimenti.
«Il sito – ricorda De Sanctis – è stato perimetrato nel 2008 come Sito di interesse nazionale per le bonifiche. Inoltre la Regione Abruzzo viene invitata costantemente alle conferenze di servizio che si tengono al ministero dell’Ambiente. La stessa Regione nel 2012 ha fatto lo studio epidemiologico che poi noi abbiamo rivelato».
«Oggi, terminata nel 2007 l’esposizione ai contaminanti attraverso l’acqua dei rubinetti, siamo molto preoccupati perché questi contaminanti ancora presenti nell’ambiente possono entrare nella catena alimentare».
Così il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua commentando la relazione dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sul caso Bussi, definito da anni dagli ambientalisti come «il peggiore scandalo della storia abruzzese. Il vero obiettivo – hanno spiegato Augusto De Sanctis e Renato Di Nicola in conferenza stampa – deve essere il completamento della caratterizzazione e la bonifica delle aree inquinate del Sito di Interesse Nazionale perimetrato nel 2008, che contiene zone ‘dimenticate’, ma altrettanto importanti come Piano d’Orta. In tutto sono almeno due milioni di tonnellate di materiali contaminati, a cui se ne potrebbero aggiungere altri».
«Il vero cantiere, anche per l’occupazione – hanno sottolineato gli ambientalisti -, è proprio la bonifica, che costerebbe a chi ha inquinato circa 500 milioni di euro, con centinaia se non migliaia di posti di lavoro creati per risanare un territorio martoriato. Intanto è urgente avviare le procedure e colmare i clamorosi ritardi accumulati, usando i 50 milioni di euro pubblici già disponibili per intervenire in primis sulla discarica Tremonti».
INQUIETANTI RETROSCENA: Il Forum si è definito “sconfortato” per il fatto che siano stati proprio gli ambientalisti a «divulgare il primo rapporto epidemiologico dell’Agenzia Sanitaria Regionale sui tumori nella regione, redatto nel 2012 e tenuto nel cassetto.
« Un documento – hanno ricordato – che, seppur preliminare, fotografa una realtà preoccupante, con frequenze di tumori elevatissime in alcune aree come Bussi (+70% rispetto alla media regionale) – Popoli (+29%) e area metropolitana di Pescara (+18%)».
CHI RISCHIA?Secondo il Forum l’acqua che i pescaresi bevono attualmente è sicura, perché i nuovi pozzi San Rocco, che riforniscono la Valpescara, sono stati scavati a monte dell’area inquinata, ma «saranno a rischio – hanno sottolineato – se si realizzeranno interventi e proposte, che noi stiamo contrastando,come quella del cementificio. Installare industrie inquinanti o rischiose a 600metri in linea d’aria dai pozzi – hanno concluso -, ci pare diabolico: sbagliare è umano, perseverare è diabolico».