Fondi Ue: Cisl chiede distribuzione più equa

29 marzo 2014 | 10:58
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Fondi Ue: Cisl chiede distribuzione più equa

Una «più equa» distribuzione delle risorse dei fondi comunitari 2014-2020. Lo chiedono i segretari generali Cisl di Sardegna, Oriana Putzolu e Molise e Abruzzo, Maurizio Spina, che hanno inviato al segretario Raffaele Bonanni una lettera per sollecitare un intervento della Cisl nazionale sul Governo. Una nota sindacale unitaria che è stata trasmessa anche ai governatori delle Regioni Abruzzo, Molise e Sardegna.

Dopo aver ricordato a Bonanni «quanto siano importanti per le nostre Regioni le risorse dei fondi Europei della nuova programmazione 2014-2020, ai fini delle politiche sociali e di sviluppo, in quanto spesso essi rappresentano le uniche risorse per la crescita, in presenza di bilanci regionali ingessati», i sindacati regionali sottolineano che «entro il prossimo primo aprile il Governo definirà le risorse spettanti ad ogni regione in base alla loro appartenenza nell’Obiettivo Uno, nelle regioni in transizione o sviluppate. Abruzzo, Molise e Sardegna sono state inserite nella nuova denominazione di ‘Regioni in transizione‘, quelle che hanno un Pil tra il 70 e 90% della media Europea. Questa nuova individuazione comunitaria si poneva l’obiettivo di dare risposte alle regioni che, uscite dall’Obiettivo Uno, ma in difficoltà a raggiungere quelle più avanzate per carenze infrastrutturali e difficoltà strutturali, andavano maggiormente sostenute rispetto a quelle già avanzate. Un obiettivo, quello individuato, che risulta fortemente contraddetto dalle prime ripartizioni delle risorse che inizialmente vedevano penalizzate proprio le regioni in transizione».

Da qui l’appello dei segretari regionali Cisl perché «rimane evidente una non equa assegnazione dei fondi nei confronti delle nostre regioni. Infatti, quelle più sviluppate registrano un incremento delle disponibilità finanziarie pari a +50% delle risorse della programmazione precedente, inoltre le nostre regioni si troveranno con maggiori problemi a causa della sottrazione dalle risorse assegnate della quota che va a finanziare i Pon Nazionali (prima si aggiungevano a quelle assegnate alla regione) e potremo contare su un minor cofinanziamento del livello nazionale sui progetti che passano dal 60 al 50%».

Un quadro, quello delineato, che «penalizza l’Abruzzo, il Molise e la Sardegna e risulta non rispondente alle finalità dell’Europa che, con l’inserimento delle Regioni in transizione, indicava la necessità di un maggior intervento per quest’ultime rispetto a quelle già sviluppate».