
di Giovanni Baiocchetti e Giada Panetti
È balzato in cima alle classifiche come autore più venduto in Spagna nel 2010 e nel 2011 grazie a “[i]Tre metri sopra il cielo[/i]”, con oltre 2 milioni di copie (classifica Nielsen), quasi la stessa cifra in Italia. I suoi romanzi sono stati tradotti in quindici lingue, perfino in Giappone e in Brasile. Sono solo alcuni dei traguardi raggiunti da Federico Moccia, scrittore, sceneggiatore e regista romano, che ha scelto la libreria Maccarrone dell’Aquila per presentare il suo ultimo lavoro dal titolo “[i]Sei tu. La dichiarazione d’amore perfetta[/i]”.
Federico, prima volta all’Aquila?
{{*ExtraImg_193807_ArtImgRight_300x192_}}«No, assolutamente. Uno dei primi ricordi che ho è la mitica [i]Città del Cinema[/i] organizzata dalla Lanterna Magica; per un appassionato della settima arte come me era un’attrazione. Ricordo le strade della città piene di gente e di artisti del grande schermo che venivano persino dall’America, con un’atmosfera di serenità e divertimento. Poi, il terremoto. Sono rimasto molto colpito da quanto successo ed ho vissuto le vicende della città anche attraverso i libri. Oggi pomeriggio ho potuto fare un giro in centro per rivedere quei vicoli per me particolarmente evocativi ed ho potuto constatare che la ricostruzione è finalmente partita. Spero che L’Aquila ritrovi la bellezza di prima».
Un aggettivo per definire la città?
«L’Aquila per me è una città forte, carismatica, orgogliosa. Una città che lego all’immagine di un guerriero che sta in alto e non ha freddo».
Oggi sei qui per presentare il tuo ultimo romanzo, “Sei tu”. Ce ne parli brevemente?
{{*ExtraImg_193808_ArtImgRight_300x400_}}«La storia è il seguito di “[i]Quell’attimo di felicità[/i]”, la vicenda di Nicco, un ragazzo ironico, spiritoso e perfino profondo che è stato lasciato dalla sua fidanzata e che, dopo un periodo doloroso, prova a dare di nuovo vita ai suoi sentimenti con la bella americana Ann. In “[i]Sei tu[/i]” il protagonista si ritova solo, in una stanza d’albergo vuota, senza che la ragazza abbia lasciato sue tracce e decide impulsivamente di partire per New York per cercarla. Con questo romanzo voglio dimostrare come non esistano ostacoli che ci possono fermare quando sentiamo il nostro cuore urlare “ti amo!”».
Il tuo rapporto con il pubblico è tecnologico? Usi facebook e twitter?
«In realtà mi piacerebbe poter “accettare l’amicizia” su Facebook di tutti coloro che me la richiedono, ma il [i]social network[/i] mi limita alle cinquemila amicizie. Non sono molto tecnologico, ma reputo internet un modo veloce e divertente per rispondere e interagire con il popolo del web, per cui ci dedico comunque del tempo».
Dall’anno scorso sei sindaco di Rosello (Chieti). Come vivi questa esperienza?
«Rosello è il paese d’origine di mia moglie. Per me l’Abruzzo è un luogo particolarmente evocativo, in cui venivo a trascorrere delle giornate anche da bambino senza una ragione precisa. Gli abitanti di Rosello mi hanno chiesto di candidarmi come sindaco ed ho accettato, con l’unico scopo di dare notorietà al piccolo borgo. Ho scelto di non prendere retribuzioni perché il mio è sostanzialmente un lavoro d’immagine. Ci sono altre persone, tra cui il vicesindaco, che si occupano delle vicende amministrative e burocratiche viste le mie lunghe assenze. Devo dire che sono contento di poter dare una mano a questa terra meravigliosa».