
Un’interrogazione parlamentare al ministero della Salute per chiedere di avviare «immediatamente un’indagine epidemiologica nella Val Pescara» e una al ministero dell’Ambiente, per chiedere di «avviare immediatamente le operazioni di bonifica», entrambe con possibile [i]question time[/i] mercoledì alla Camera. Sono le iniziative lanciate dai parlamentari abruzzesi del Movimento 5 Stelle in merito al disastro ambientale della megadiscarica di rifiuti tossici relativa all’ex sito industriale Montedison a Bussi sul Tirino (Pescara). A presentarle i deputati Gianluca Vacca e Andrea Colletti e la candidata presidente della Regione Abruzzo, Sara Marcozzi.
I grillini hanno incontrato la stampa alla Madonnina del porto di Pescara, dove «il fiume continua a trasportare le sostanze tossiche di Bussi», hanno detto. E, indossando simbolicamente una mascherina, hanno firmato la lettera che verrà sottoscritta dal gruppo parlamentare M5S e inviata al ministero della Salute.
«E’ assurdo non coinvolgere da subito la Montedison nelle operazioni di bonifica, anche con impegni finanziari ingenti: come al solito – hanno detto – lo Stato si dimostra debole con i forti e arrogante con i deboli, pronto immediatamente a richiedere le sanzioni preventive ai semplici cittadini, mentre con le grandi multinazionali si dimostra sempre garantista e attento a non intaccare gli interessi economici».
«La reindustrializzazione immediata del sito, magari con attività impattanti – hanno aggiunto Vacca, Colletti e Marcozzi – è impraticabile allo stato attuale, poiché le operazioni di bonifica integrale sono lunghe e richiedono lavori accurati. La salvezza di Bussi e di tutta la Val Pescara – hanno sottolineato – passa per un’immensa operazione di bonifica totale che potrebbe rappresentare la vera occasione di rilancio e sviluppo anche economico dell’area».
«Innumerevoli», secondo il M5S, le responsabilità del disastro: «Il Governo non è intervenuto in maniera decisa, sottovalutando il problema e facendo prevalere le logiche lobbistiche; Chiodi e soprattutto il commissario al bacino Aterno-Pescara, Adriano Goio, non sono stati in grado neppure di spendere i 50 milioni stanziati per la messa in sicurezza del sito; il governatore non ha divulgato i dati dell’Agenzia sanitaria regionale sull’incidenza tumorale in Val Pescara, non predisponendo oltretutto una immediata indagine epidemiologica; molti amministratori locali tendono a confondere la questione dei pozzi dell’acqua potabile con il perdurare dell’inquinamento».