
«Fiume Aterno: turismo, occupazione, economia. Questi i temi per il recupero e lo sviluppo delle aree interne abruzzesi». Marco Fasciani, segretario del Centro Democratico della provincia dell’Aquila, individua in questi punti il fulcro per una ripresa del territorio, in particolar modo quello della valle Subequana.
«Abbiamo sotto i nostri occhi il fiume più lungo d’Abruzzo con i suoi 145 chilometri di lunghezza e non lo valorizziamo. Infatti – spiega – l’Aterno nasce presso Aringo, dalle sorgenti del monte Civitella a 1616 metri sul livello del mare, e, dopo aver raccolto tutte le acque sorgenti dei vari fiumi e torrenti, arriva a sfociare nel mar Adriatico come Aterno-Pescara».
In particolare, l’attività ittica, secondo Fasciani, potrebbe rappresentare un elemento di sviluppo e occupazione. «Una semina adeguata e periodica della trota fario, più comunemente denominata trota europea, e una gestione diretta da parte dei giovani appassionati di pesca, amanti della natura, porterebbe sicuramente nel nostro territorio un’attenzione per questo fiume maggiore – sostiene Fasciani – migliorando l’ambiente e offrendo spazi ricreativi e sport per la fruizione di questo splendido ambiente, oggi abbandonato e con scarse prospettive».
Giampaolo Arduini, coordinatore regionale del Cd, si è detto favorevole ad un progetto di sviluppo della pesca sportiva con la cura degli argini del fiume e dell’ambiente circostante. «L’Aterno è da sempre un simbolo per l’Abruzzo – ha sottolineato Arduini – l’impegno a rendergli l’attenzione e la dignità che merita è inevitabile. Oggi le aree interne della nostra regione rappresentano un tesoro ambientale di assoluto rispetto e nuova fonte occupazionale per i giovani che vi risiedono. Non va al riguardo dimenticato che fino a qualche decennio fa lo stesso tratto era habitat naturale dei gamberi di fiume, specie ormai scomparsa da tempo, senza che nessuno abbia mai preso in considerazione di effettuare uno studio per comprendere le ragioni di tale abbandono, migliorando magari la qualità delle acque con adeguato ripopolamento e coltura, che porterebbe indubbi vantaggi ambientali a tutto il contesto».
Per Arduini e Fasciani «la necessità di riprendere lo sviluppo di questa bellissima valle potrà essere valorizzata attraverso il coinvolgimento di tutti gli enti locali interessati, nel rispetto pieno di quello che la natura ha donato all’Abruzzo».