Pietrucci: «Grazie a tutti voi»

1 aprile 2014 | 16:08
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Pietrucci: «Grazie a tutti voi»

«Mille sms, tantissimi messaggi su facebook. Impossibile rispondervi uno ad uno, così come avrei voluto fare. Userò la rete, quella stessa dalla quale mi avete fatto arrivare il vostro sostegno e il vostro incitamento, per ringraziarvi, tutti e singolarmente. Questa vittoria è la vostra vittoria. La vittoria di chi ha saputo credere nel rinnovamento, di chi ha avuto il coraggio di scegliere, anche pubblicamente, il cambiamento, perché nella vita hai due possibilità: lasciare le cose come stanno o assumerti la responsabilità di cambiarle!». Pierpaolo Pietrucci sceglie di condividere il momento di trionfo politico con i suoi sostenitori tramite la rete virtuale. Scrive ai suoi collaboratori, al popolo aquilano che lo ha votato il 30 marzo. Dopo due giorni intensi di telefonate e messaggi di congratulazioni, anche il prescelto ha voluto esternare il suo apprezzamento per il calore ricevuto dalla gente.

«Non era scontato questo risultato eccezionale. Abbiamo avuto, tutti insieme, la forza di crederci e abbiamo prodotto un’onda che ha travolto, e stravolto, i vecchi schemi.

Tutti voi siete stati il motore del mio coraggio. Quel coraggio che ho dovuto ritrovare, mettendo il cuore e la testa oltre l’ostacolo, per essere più forte della sofferenza, delle ingiustizie subite, di tutto quello che ho dovuto ingoiare. Mangiando polvere, risparmiando fiato per correre, stringendo i denti e guardando solo alla meta, come nel campo di gioco. E come nel gioco la vittoria è della squadra. È mia e vostra insieme. E insieme dobbiamo continuare a crederci, a combattere, per dare alle aree interne una rappresentanza in Regione, per non restare al palo, come accade da troppo tempo. Da domani sarò di nuovo al lavoro, ventre a terra, con umiltà e senza dare niente per scontato, come ho sempre fatto. Tenendo la porta aperta, come è sempre stata quella del mio ufficio».

«Per ora grazie! Grazie a tutti Voi. Grazie per aver creduto con me, di aver creduto in me».