
di Valter Marcone
Io salivo nel silenzio
la costa pietrosa
e l’ombra delle case
pareva appannata
come un amore impari.
Poi nella grande piazza
alla sommità
un chiacchiericcio di sole
vendeva i propri meriti
ma portava sempre
il lutto
di tutta quella devastazione
attorno.
Io non ho ora più
il coraggio di ricercare
i luoghi delle scorrerie
d’estate e delle passeggiate
dell’età matura.
E nemmeno più il coraggio
d’un amore senza limiti
che ti perde per la vita
e per la vita ti fa andare
alla deriva
tra memoria e desiderio.
Da lassù ora ho voglia
di andare via
e dico a bassa voce
– io ti lascerò -.
Passato ed avvenire si
lo so
ma ho salvo l’uso della parola invertono
per poter dire sempre
che il dolore brucia sempre
tutti allo stesso modo
chi va e chi resta.
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