
di Marcello Spimpolo
[i]Sveglia alle 4, solo per te,Francesco[/i].
Così recita il post che avevo messo ieri mattina su Facebook prima di salire, assonnato ed emozionato, su uno dei due bus che hanno portato il Gruppo Aquilano di Azione Civica “Jemo ‘nnanzi” a Piazza S.Pietro per l’udienza generale del mercoledì.
Ma,Papa Francesco mi perdonerà, in realtà non era completamente vero.
Perché se una visita dal Santo Padre è chiaro che comporti un coinvolgimento personale,da credente, che già di per sé ha un valore assoluto, questa visita con il Gruppo aveva anche un altro scopo,un altro obiettivo, l’obiettivo che è poi il motivo stesso dell’esistenza di “Jemo ‘nnanzi” : la città dell’Aquila,la nostra città.
Dopo mesi di lavoro ( in particolare di Cesare Ianni ed Angelo De Nicola) si poteva concretizzare un sogno: quello di riuscire a portare all’attenzione del Papa e quindi anche nuovamente del mondo, dopo quel 6 aprile, la situazione dell’Aquila.
Dopo la levataccia ed un tranquillo viaggio verso Roma e dopo aver “preso possesso” dei posti migliori possibili in Piazza, é iniziata l’attesa piena di dubbi e di speranze su quanto il Papa ci avrebbe “concesso” in termini di tempo e quindi di visibilità.
Non per il Gruppo,naturalmente, ma per la cittá.
Un semplice accenno? Un saluto? Una benedizione?
Papa Francesco, come fa spesso da quando è salito sul soglio di Pietro, ci ha stupito tutti ed è andato ben oltre.
Prima di tutto perché ci ha dedicato tempo, tanto tempo, poi perché,con la sua ormai notoria simpatia, si è cimentato nel dialetto aquilano pronunciando più volte lo “jemo ‘nnanzi!”
Si è premurato anche di tradurne il significato ai presenti e lo ha fatto diventare un invito per tutti.
Ha poi pregato per i nostri 309 morti ed ha affidato noi aquilani alla protezione della Madonna di Roio,auspicando la ricostruzione di case,chiese e tessuto sociale.
Lo stupore di noi presenti in Piazza S.Pietro è stato enorme, e si sarà notato da quei secondi di ritardo con cui abbiamo reagito,applaudendo, alla prima citazione del Santo Padre.
Poi la commozione ha preso il sopravvento e tante lacrime hanno rigato i nostri volti.
Era successo! Non solo Papa Francesco ci aveva nominato,ma si era rivolto a noi direttamente, ci aveva incoraggiato,ci aveva benedetto ed aveva raccomandato la nostra comunità alla protezione della Madonna.
Credo che neanche nei più ottimistici auspici di Angelo e Cesare tutto ciò fosse immaginabile.
Un Gruppo di sognatori innamorati della propria città, da semplici cittadini appunto, erano riusciti in quello che nessun altro,forse,aveva neanche pensato di fare.
A gioia si è aggiunta gioia quando Cesare Ianni,a nome di tutti, è riuscito a consegnare al Santo Padre una polo bianca con il nome del gruppo sul davanti e la scritta “Papa Francè” sulle spalle.
Ed anche in quell’occasione, è tornata fuori tutta la simpatia,la semplicità,l’umanità di questo Papa che sta riavvicinando alla parola di Cristo tanta gente.
Accettando il dono e leggendo il nostro motto, lo ha ripetuto nuovamente con quel suo splendido sorriso stampato sul volto.
Siamo stati gli ultimi a lasciare Piazza S.Pietro, “invitati” gentilmente da gendarmeria e polizia perché, forse inconsciamente, non volevamo lasciare quel luogo dove era avvenuta quella magia.
Siamo usciti fieri di quello che eravamo riusciti a fare ed abbiamo avuto l’immediata conferma di come il messaggio fosse arrivato quando, dopo pranzo, siamo andati a Trinità dei Monti dove abbiamo srotolato lungo la famosa scalinata l’ormai arcinoto tricolore di 25 metri: tanti di noi sono stati fermati dalla gente che ci chiedeva se fossimo quelli di Piazza S.Pietro,quelli di cui aveva parlato il Papa in tv.
E ci hanno chiesto dell’Aquila,della ricostruzione, di quello che era stato fatto veramente o di quello che non era stato ancora fatto.
Ed abbiamo avuto i complimenti e l’incoraggiamento di tanti a proseguire con la nostra azione di cittadini a difesa della propria città.
Se i primi hanno fatto chiaramente piacere, i secondi sono stati una vera e propria iniezione di forza e fiducia di cui avevamo bisogno nel pieno della sfibrante battaglia che stiamo portando avanti,insieme a tante altre Associazioni,su Porta Barete.
Forza e fiducia che utilizzeremo per portare avanti le nostre battaglie civiche per L’Aquila,che siano esse per la pulizia di una fontana, per il recupero di una targa storica o di una statua o la difesa delle mura urbiche.
Per quanto mi riguarda sarò sempre pronto a combatterle questa battaglie,almeno finché questo Gruppo conserverà lo spirito attuale, apolitico,apartitico, al di sopra di tutto e di tutti.
Col solo obiettivo di riavere,prima possibile, L’Aquila come era e più bella di com’era.
Jemo ‘nnanzi,quatrá!