
di Giovanni Baiocchetti
«Il principale deficit italiano al giorno d’oggi è quello della fiducia». Inizia così l’intervento di Franco Gabrielli, capo del dipartimento nazionale di Protezione Civile, in occasione del convegno sulla comunicazione di crisi e di emergenza Sos24.
«L’emergenza – afferma – ha dei problemi per quanto riguarda il lessico, ultimamente. Qui sottolineo il ruolo fondamentale dei mezzi di informazione come strutture operative della Protezione Civile, quali soggetti titolati a parlare ad un pubblico».
«La comunicazione del rischio, che è una cosa diversa, consiste in una serie di azioni e comportamenti che seguono il percorso di protezione della comunità prima, durante e dopo un evento calamitoso. C’è un’attività che precede un disastro naturale ed una risposta che lo segue; la fase pre-evento condiziona l’efficacia della risposta alla popolazione a fatto avvenuto».
«Chi comunica il rischio oggi, per legge, è il sindaco, soggetto che meglio di ogni altro conosce la sua collettività e i mezzi per raggiungerla. Cosa deve comunicare il sindaco? Faccio una premessa: l’Italia è sempre soggetta a calamità naturali, lo sappiamo bene; il messaggio che, a mio parere, dobbiamo far passare, è quello di assicurarci che gli edifici in cui viviamo siano sicuri, e non far passare un messaggio allarmante all’ultimo, come può essere quello di dormire in macchina. Il risultato di un evento calamitoso dipende in larga parte dalla salute degli edifici in cui viviamo. Troppe volte, però, la gente vuole sentire (o meglio vuole far finta di capire) che ci siano solo rassicurazioni. Una situazione definita come “normale” viene percepita come assenza di pericolo. Non si deve tacere, non dobbiamo nasconderci dietro un dito; la sicurezza degli edifici è un problema importante».
«La Protezione Civile deve lavorare sulla prevenzione cominciando dal riacquisire la fiducia della popolazione nelle istituzioni. Questo è lo sforzo che noi dobbiamo compiere! La frattura tra l’istituzione e la collettività non porta risultati. Ecco qual è il compito della comunicazione del rischio: dire come stanno le cose, anche in modo crudo qualora ce ne sia bisogno».