«I cittadini hanno il diritto di essere informati»

5 aprile 2014 | 18:55
Share0
«I cittadini hanno il diritto di essere informati»

di Eleonora Ferroni

Ognuno di noi ha il diritto di conoscere in anticipo i rischi e l’entità di eventi pericolosi come terremoti (che ovviamente non sono prevedibili), e altre calamità naturali. Lo ha detto Giovanni Legnini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, intervenuto al convegno sulla comunicazione di crisi e di emergenza Sos24. Legnini fa riferimento alla sentenza, emessa il 22 ottobre 2012, che ha condannato a 6 anni per omicidio colposo sette partecipanti alla riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009, tenutasi pochi giorni prima del terremoto in cui sono perite 309 persone.

«La comunicazione istituzionale, in quel caso, non è stata adeguata», ha detto Legnini. «La sentenza – ha aggiunto – è stata basata sulla legge 150/2000 che disciplina la comunicazione istituzionale degli enti pubblici, ma non obbliga gli stessi a effettuare comunicazione verso l’esterno», cioè verso i cittadini.

Il rappresentante del governo ha sottolineato che «fino alla sentenza aquilana mai nessun giudice si era spinto a dire che comunicare correttamente e prontamente fosse un obbligo. È una novità, ma ora la palla passa al legislatore che deve agire in merito».

{{*ExtraImg_194953_ArtImgRight_300x449_}}Legnini ha tenuto a precisare che per comunicare alla comunità «è necessaria un’attrezzatura adeguata e un’infrastruttura funzionante. Ma non confondiamo l’obbligo con il diritto. Fino a 10 anni fa nessun cittadino pretendeva di essere informato dal Comune, dalla Regione in merito a una grande nevicata o a forti piogge. Adesso pretendiamo, ed è giusto, di essere informati sulle possibili situazioni di emegenza».

Il sottosegratario ha poi preso di petto la legislazione d’emergenza: «Bisogna distinguere l’aspetto meramente legislativo dalla fase interpretativa. Sicuramente non si può nascondere che c’è stato un periodo, nel passato, durante il quale la protezione civile si è paurosamente allargata».

Legnini fa riferimento a quando si ricorreva a decreti di emergenza anche per la gestione di eventi di Stato, visite ufficiali, costruzione di grandi opere. «Per anni la protezione civile – ha aggiunto – è stata una scorciatoia per aggirare ostacoli, per superare la lentezza amministrativa e per ottenere fondi velocemente» e praticamente senza controlli. «Di certo – ha tenuto a sottolineare – adesso i poteri della protezione civile sono stati ristretti troppo».

«Quando si apre una procedura emergenziale e si ricorre al regime derogatorio – ha aggiunto – allora deve intervenire la magistratura perché in questo modo le regole sono più maneggiabili. Ovviamente il potere pubblico non sa, in questa fase, fino a che punto usare tutti gli strumenti che vengono messi a disposizione dalla legge. Si agisce – ha concluso – anche senza sapere se poi quei provvedimenti possono essere realmente attuati».