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di Claudia Giannone
«Da sempre siamo a conoscenza della vulnerabilità del territorio in cui viviamo e allo stesso modo di come un terremoto avvenga. C’è quasi sempre uno sciame sismico, ma poi arriva la botta vera non preannunciata. Comunichiamo un rischio molto alto, ma per quanto possiamo decidere di lasciare scuole, uffici e negozi chiusi?». Parla il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, ospite del convegno Sos24 all’Auditorium Renzo Piano, analizzando il capoluogo abruzzese prima e dopo il sisma del 2009.
«Molte parti dello Stato non capiscono – prosegue il Primo cittadino – e ci sono dirigenti e funzionari che vivono sull’Olimpo. Conosciamo due tipi di emergenza: l’emergenza momentanea e l’emergenza cronica, che ha altre sfaccettature. Noi, in questo momento, siamo in emergenza cronica e allo stesso modo dobbiamo fornire delle risposte. Ci sono delle logiche allucinanti in una situazione di questo tipo».
«Spendiamo 3,5 miliardi l’anno per riparare i danni del terremoto – spiega Cialente – Vorrei pensare alla messa in sicurezza. In realtà, c’è bisogno di elasticità da parte della legge nel gestire determinate situazioni di emergenza. E qui c’è un’altra grande questione da analizzare sulla protezione civile: dopo tutto il buon lavoro fatto, non ritroviamo mai una stessa organizzazione. Abbiamo solo governance diverse».