Alpini2015, le due storie della Chiesetta di Celano

8 aprile 2014 | 13:27
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Alpini2015, le due storie della Chiesetta di Celano

di Gioia Chiostri

Portare il nome del proprio padre, dire di essere ‘la figlia o il figlio di’ non per ingordigia di orgoglio, ma per generosità, a volte, ha delle sfumature sensazionali. Essere erede nel cuore e nelle gesta di una personalità di cui va fiera una comunità intera non è cosa qualunque. Soprattutto se quella comunità ha una penna nera su di un verde cappello. Questa è la vicenda della chiesetta degli alpini sita nella cittadina marsicana di Celano, arroccata sul passo di San Leonardo, fatta di pietra viva e di ricordi. Ma in questa storia, come in un cassetto a sorpresa, se ne intravvede anche una seconda: quella di Maria Elena Evangelista e di suo padre, appunto. Lui, alpino da sempre, donò come atto di generosità e di rispetto ai suoi amici alpini una sua proprietà agricola sulla quale venne edificata la famosa chiesetta.

«Mio padre teneva molto al corpo degli alpini – spiega Maria Elena Evangelista a IlCapoluogo.it – e per il fatto che a Celano non fosse presente alcun luogo di riunione e di aggregazione per questo gruppo, decise, prima di morire, di donare un terreno di sua proprietà ai suoi compagni di arma, sito sul passo San Leonardo, a Celano. Mio padre si chiamava Evangelista Fausto. Sul fazzoletto di terra è stata costruita la chiesa nel maggio del 1976 e madrina della campana fu nominata la signora Graziella Tirabassi, che è deceduta recentemente, figlia di alpino anche lei. Gli alpini hanno con gli anni identificato la chiesetta con un luogo di aggregazione e di commemorazione. Quando muore un alpino – aggiunge Maria Elena – o meglio, come dicono loro, quando un alpino ‘è andato avanti’, nella Chiesa di Celano viene celebrata la messa in suo onore».

«Poco tempo dopo, gli alpini vennero a farmi visita – continua Maria Elena – e mi chiesero se potessi vendere loro il pezzo di terreno adiacente a quello su cui venne edificata la Chiesa. Io e la mia famiglia abbiamo accettato ben volentieri la loro offerta, orgogliosi di essere entrati nella storia degli alpini di Celano. Nel 1991, sono diventata io la madrina, quando cioè gli alpini della sezione di Celano hanno compiuto 40 anni di storia. Il ’76 rappresentò per gli alpini celanesi un anno memorabile: per volontà, tenacia e forte collaborazione, anche economica, venne di fatti costruita la chiesetta alpina, a ridosso della Serra e ai piedi di San Vittorino, a quota 150 metri di altezza. La totale realizzazione dell’opera fu ad esclusivo carico dei soci che aderirono con ogni mezzo alla buona riuscita dell’impresa».

«[i]Il terreno su cui sorge la chiesetta – si legge nell’articolo del giornale degli Alpini di quell’anno – fu donato dal socio alpino Fausto Evangelista, che a quel tempo era appena scomparso. E’ buona tradizione degli alpini celanesi commemorare in questo piccolo tempio i soci che ‘sono andati avanti’ attraverso una messa celebrata dal Cappellano Padre[/i]». Al quel tempo incaricato di questo ruolo fu Serafino Tuzzi. Nello stesso anno, il gruppo alpini costituì anche il comitato promotore per i festeggiamenti dei Santi protettori della città e destinò una parte di fondi raccolti per donare alla biblioteca comunale ben 224 volumi.

{{*ExtraImg_195470_ArtImgRight_300x402_}}La chiesetta fu inaugurata e benedetta appunto da Padre Tuzzi, oggi scomparso, e madrina della campana fu nominata la professoressa Tirabassi, figlia di Filippo Tirabassi, alpino. «Io – spiega ancora Maria Elena – sono stata nominata madrina del gagliardetto degli alpini nel 1991 e ho l’incarico di essere presente ad ogni cerimonia da loro realizzata. Inoltre, dall’anno 1978, il gruppo alpini di Celano organizza la fiaccolata della pace, che si svolge il giorno dell’Epifania e parte da Piazza Castello, accanto al castello Piccolomini del ‘300, dov’è collocata anche la sede del gruppo. La fiaccolata giunge poi alla nota chiesetta, dove viene celebrata la messa finale; il capogruppo degli alpini è il signor Simplicio Di Renzo che è a capo degli alpini dal 1986».

Sull’altro fazzoletto di terreno, sempre di proprietà, in origine, del padre di Maria Elena, gli alpini hanno edificato un’area di ristoro, collocandovi anche dei giochi per bambini. «Eppure – denuncia la madrina – qui a Celano c’è anche chi non apprezza il sacrificio e la generosità altrui: spesse volte persone senza scrupoli hanno distrutto e vandalizzato parti di queste opere di edilizia che puntualmente devono essere ricostruite. Ma noi andiamo avanti e crediamo sempre nelle nostre idee e progetti. Io so che mio padre teneva moltissimo agli alpini e sicuramente sarebbe stato fiero della mia nomina – dice commossa – Più che per me stessa e per le mie due figlie, Clarissa e Beatrice, o per mio marito Gianluca, alpino anche lui, io partecipo proprio per mio padre, per onorare la sua memoria».

L’anno ’81 segnò un altro momento importante per la vita del gruppo: sempre a sue spese, venne realizzata l’artistica Via Crucis. Nell’anno 1991 Celano, per volontà di Carlo Frutti, ebbe il compito di organizzare la più importante manifestazione del gruppo alpini nazionale per la ricorrenza dei 40 anni della sezione celanese. Per l’occasione la civica amministrazione fece intitolare una strada agli alpini, «per rafforzare – aggiunge la madrina – l’antica amicizia con la città. È in quell’occasione che venni eletta, con mio grande orgoglio e sorpresa. So per certo che mio padre sarebbe fiero di me, dell’impegno che metto ogni giorno nella causa degli alpini. Sono una forza eccezionale e andrebbero sempre ricordati per tutto ciò che fanno, soprattutto per il popolo giovanile».

E se la storia vi è restata nell’anima e se avete voglia di inorgoglirvi anche voi di persone attive socialmente e culturalmente come il popolo degli alpini, non potete mancare ai loro incontri. Una tradizione che si perpetua all’infinito è una memoria che si è costruita passo dopo passo, sulle nostre alte vette.

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