
Il cinquecentesco palazzo Cappa-Camponeschi, uno dei primi ad essere ricostruito nel cuore del centro storico aquilano, in via Garibaldi, aprirà le porte alla città, con una esposizione di opere provenienti dalla Casa Museo Signorini Corsi. Successivamente, saranno riaperte alla città anche altre bellezze aquilane, «come elemento per riconquistare l’identità persa con la distruzione del centro storico a causa del terremoto del 6 aprile 2009». L’iniziativa, in programma il 12 e 13 aprile prossimi, è del Fai (Fondo per ambiente italiano) dell’Aquila.
«La nostra scelta nel post-terremoto – spiega il presidente Andrea Tatafiore – è stata quella di valorizzare le bellezze della città, anche quelle che di danni non ne avevano subiti. L’apertura alla città di palazzo Cappa-Camponeschi sarà solo la prima di altre, che riguarderanno i palazzi storici aquilani ricostruiti dopo il sisma. Palazzi privati, che però devono essere condivisi con gli altri cittadini, essendo essi anche un patrimonio architettonico comune e identitario».
I visitatori saranno accompagnati da giovani delle scuole cittadine e all’interno del palazzo rimesso a nuovo potranno ammirare opere di grande pregio provenienti dalla ancora inagibile Casa museo Signorini Corsi. A curare e studiare le opere che verranno esposte è stata Paola Carfagnini della direzione regionale dei Beni culturali.
In particolare, potranno essere ammirati la preziosissima [i]Madonna in trono con bambino[/i] e due angeli di Martino Di Bartolomeo, artista senese che visse ed operò in Toscana tra la fine del trecento e i primi anni del ‘400; Il Paesaggio lacustre con pastorella e [i]Paesaggio fluviale con animali e figure[/i], splendidi dipinti del maestro olandese del XVII secolo Johannes Van der Bent e infine [i]Cane e gatto[/i] e [i]Coppia di conigli[/i] di Karl Ruther, monaco celestino di origine fiamminga, che visse nel convento di Collemaggio.
«La città non è morta – ha spiegato lo storico Elpidio Valeri – la ricostruzione non è affatto ferma. Il centro storico sta per essere riportato alla sua bellezza. L’esemplare recupero di palazzo Cappa né è un esempio. All’Aquila sta avvenendo un miracolo: è la prima volta che un intera città italiana è ricostruita a spese dello stato. Negli altri terremoti aquilani i cittadini si sono dovuti arrangiare da soli».
Il restauro e il ripristino del palazzo, abitato dalla famiglia dei baroni Cappa dal 1700, è costato 2 milioni 800 mila euro e per tornare abitabile mancano solo gli allacci alle utenze.