
Comune dell’Aquila da parte lesa a responsabile civile nel processo in corso nel Tribunale del capoluogo per il crollo in via Persichetti, dove la notte del 6 aprile 2009 morirono due persone.
Nell’udienza di oggi il giudice Marco Billi ha accolto un’eccezione degli avvocati Claudio Verini e Roberto Madama, che assistono Maria Lidia Zaccagno, imputata assieme a Francesco Zaccagno perché entrambi responsabili legali della ditta che negli anni Novanta si occupò del restauro del palazzo.
I legali hanno chiesto e ottenuto l’estromissione del Comune, già ammesso come parte civile sin dall’udienza preliminare, e la possibilità di poterlo citare come responsabile civile. La citazione avverrà nella prossima udienza, fissata per il 28 maggio.
Le difese, in particolare, chiameranno a rispondere l’ente e due suoi esponenti dell’epoca del restauro, negli anni Novanta: l’ex sindaco, Giuseppe Placidi, e l’ex tecnico comunale Vittorio Stagni. Il Comune era stato ammesso come parte civile sin dall’udienza preliminare.
«Il Comune provvederà a confutare questo errato assunto che nasce dal tentativo dilatorio da parte della difesa degli imputati», afferma l’avvocato del Comune, Domenico De Nardis.
Il ribaltamento del ruolo dell’amministrazione è totale: se i due imputati dovessero essere condannati, come parte civile il Comune avrebbe potuto chiedere i danni; come responsabile civile, al contrario, potrebbe essere oggetto della richiesta di risarcimento dei familiari delle vittime.
Il crollo in questione costò nel 2009 la vita a Erminda Monti Vicentini e Amelio Zaccagno. Finiti sotto accusa Francesco Zaccagno e Maria Lidia Zaccagno, rappresentanti della ditta che eseguì i lavori.