Colle di Roio: la chiesa medievale e la festa dell’Annunziata

12 aprile 2014 | 18:41
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Colle di Roio: la chiesa medievale e la festa dell’Annunziata

di Fulgenzio Ciccozzi

Di solito il tempo è poco clemente in questo periodo. E’ difficile ricordare un anniversario dell’Annunziata, che in verità cade il 25 marzo, con un cielo terso come quello di questo inizio primavera.

Domenica 30, dopo cinque anni, la chiesa medievale di Roio Colle ha riaperto provvisoriamente la porta ai suoi fedeli. L’ultima messa era stata officiata il giorno delle Palme, nel 2009.

{{*ExtraImg_196118_ArtImgRight_262x500_CHIESA DELL’ANNUNZIATA FESTA 30 MARZO 2014 }}Al suono delle campane, azionate con le funi dalla solerte Totani Filomena (Menozza), i fedeli delle quattro frazioni roiane, stendardi alla mano, si sono raccolti al centro semidistrutto del borgo per comporre una processione che ha fatto il giro del paese sino ad arrivare, passando per la vecchia stradina interpoderale della Costarella, al cospetto della chiesa dedicata a Maria.

La pieve è immersa, quasi solitaria, tra i mandorleti che occupano gli incolti circostanti. I lavori di ristrutturazione della fabbrica hanno dato nuovo lustro ai vecchi conci di origine romanica, mettendo ancora di più in risalto i reperti lapidei ivi collocati.

L’ambiente interno ha gli intonaci scrostati che in alcune parti sono tenuti insieme da fasce rinforzanti.

I muri necessitano di un accurato lavoro di restauro, anche in virtù degli antichi affreschi emersi con la rimozione della calce che li ha nascosti per decenni.

Attraverso un’arcata in pietra a tutto sesto, si giunge in un’abside rettangolare che resta separata, per via di una piccola scalinata, dalla restante sala. Sul retro, in uno spazio completamente vuoto, le pareti bianche sono disadorne.

Solo in una di esse è appeso, un po’ inclinato, un quadretto dove si distingue appena l’immagine di Pio XII. La messa è stata celebrata alle ore 12,00. Accanto alla pieve sono stati allestiti due gazebo sotto i quali si è esibito il gruppo musicale del “Trio novantanove”. Al complesso si è unito anche don Osman, il parroco dalle note qualità canore. I balli e un rinfresco hanno allieto la chiusura della festa. Un pensiero è opportuno rivolgerlo anche a chi non ha potuto presenziare alle celebrazioni e ha dovuto appagare il suo desiderio ascoltando gli “spari” attraverso la finestra della propria casa, giusto il tempo per cogliere anche solo per un attimo l’atmosfera di festa e respirare il profumo della primavera.