
Una colonia di Processionaria è stata segnalata da alcuni lettori del Capoluogo nei giardini adiacenti il progetto C.a.s.e. di Sassa Nsi, a Sassa Scalo.
Il bruco della processionaria rinvenuto nei giardini appare nel tipico bozzolo bianco.
Abbiamo intervistato il dottor Pierluigi Imperiale, veterinario della ASL di L’Aquila, che ci ha spiegato con pazienza e competenza i rischi effettivi della processionaria.
Il dottore ci ha, innanzi tutto, tranquillizzato circa il rischio per bambini e cani, «in 36 anni di attività – ha spiegato Imperiale – non ho mai rinvenuto danni di eritema o edema in animali, dovuti a processionaria.
L’infestazione a L’Aquila è abbastanza frequente – ha continuato Imperiale -, soprattutto con condizioni climatiche particolari, inverno poco freddo e molta umidità, che favoriscono anche molte altre forme larvali.
L’infestazione di processionaria a L’Aquila, in genere, si ripete ogni 4/5 anni.
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Per debellare la processionaria è sufficiente un’opera di giardinaggio oculata e assennata – chiarisce Imperiale -. Basta rimuovere a monte il ramo a cui è attaccato il tipico bozzolo, che si presenta fitto, bianco e grande almeno come un melone. Il bozzolo in genere è nei rami alti del pino, almeno a 3 o 4 metri da terra. Se il bozzolo è piccolo, come una pallina da tennis o si trova a terra, è possibile che non sia di processionaria ma di un altro genere di bruco.
Il ramo con il bozzolo rimosso dalla pianta va bruciato.
I piani di risanamento, che prevede la Asl1 – ha aggiunto il dottor Imperiale -, sono a tutela delle piante conifere che vengono attaccate dalla processionaria, ma non sono emessi per rischio sanitario.
In genere, dalla mia esperienza ho rilevato che la fase in cui i peli del bruco si staccano per effetto del vento, rappresenta il momento in cui i bruchi sono talmente piccoli da non causare grandi reazioni allergiche, nemmeno alle fasce più deboli, come i bambini o i cani.
La processionaria va, senza dubbio, rimossa al più presto dalla pianta – conclude il dottore -, ma più per il rischio che corrono le conifere che non per un reale rischio umano o animale».
I peli urticanti della processionaria, è riportato infatti in letteratura, si separano facilmente dalla larva che li porta sul dorso, nel corso di un contatto o più semplicemente sotto l’azione del vento.
Ma il dottor Imperiale ci ha saggiamente spiegato che su internet vengono riportate informazioni allarmanti circa l’effetto urticante dei peli del bruco, che non ha mai riscontrato nella sua lunga attività di veterinario.
Internet rappresenta una forma di informazione molto rischiosa, in cui i contenuti sono riportati senza un controllo effettivo e scientifico della veridicità della fonte.
«[i]Chi avesse ripetuti contatti con la processionaria[/i] – si legge infatti in uno dei tanti siti on line – [i]presenta reazioni che peggiorano con ogni nuovo contatto. In casi gravi[/i] – si legge addirittura – [i]può verificarsi uno shock anafilattico [/i][i](orticaria, sudorazione, edema in bocca e in gola, difficoltà di respirazione, ipotensione e perdita di coscienza)[/i].
[i]La processionaria risulta molto pericolosa[/i] – spiegano sul sito processionaria.it – [i]in particolare nei confronti di cavalli e cani, i quali, brucando l’erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto.
I sintomi che un cane presenta in questa spiacevole evenienza sono spesso gravi.
Il primo sintomo è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco[/i]».
Il consiglio che ci sentiamo di dare ai nostri lettori, che rilevassero bozzoli non meglio identificati, è quello di far intervenire la Manutencoop per gli spazi adiacenti il Progetto C.A.S.E., oppure di intervenire secondo i consigli del dottor Imperiale sul temuto bozzolo, staccando il ramo e bruciandolo con attenzione e cautela.