
«Il ministero della Salute ha riferito che è già in corso la richiesta dell’Istituto superiore di sanità di tutti gli elementi informativi utili alla valutazione dell’opportunità di avviare uno studio epidemiologico dedicato all’accertamento dei danni sulla salute della popolazione dei territori in esame».
Così il sottosegretario di Stato per l’Ambiente, Silvia Velo, nel rispondere alle interrogazioni parlamentari presentate dai deputati Gianni Melilla (Sel), Gianluca Vacca (M5s) ed Ermete Realacci (Pd) a proposito della megadiscarica dei veleni di Bussi sul Tirino (Pescara).
«Seguiremo con grande attenzione, naturalmente, l’evolversi della vicenda – ha sottolineato il sottosegretario – e non mancheremo di intervenire prontamente laddove occorra per riportare alla normalità le attuali condizioni di degrado ambientale e sanitario conseguente».
Per quanto riguarda le risorse finanziarie, Velo ha sottolineato che «il ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare ha stanziato, per la bonifica di tale sito, la somma di 3 milioni di euro, già trasferita alla Regione Abruzzo, che ne ha stanziati 100 mila. L’accordo di programma inerente la bonifica del Sito di interesse nazionale (Sin) di Bussi – ha aggiunto – è stato sottoscritto il 28 febbraio 2011 tra Ministero, Regione Abruzzo, Provincia di Chieti, Provincia di Pescara e i Comuni interessati ed è in corso una rimodulazione su richiesta della Regione».
Il sottosegretario ha poi ricordato i 50 milioni di euro stanziati «per le opere e gli interventi di bonifica e messa in sicurezza, da attuarsi prioritariamente sulle aree industriali dismesse e siti limitrofi, al fine di consentirne la reindustrializzazione; risorse – ha sottolineato – che risultano poste nella disponibilità del commissario delegato, con trasferimenti effettuati in data 16 ottobre 2013 e 13 febbraio 2014».
LA REAZIONE DEI DEPUTATI: «Ritardi e sottovalutazioni imbarazzanti», necessità di «maggiore impegno e determinazione».
I deputati di Pd, Sel e M5s che hanno presentato interrogazioni parlamentari sulla vicenda della megadiscarica dei veleni di Bussi sul Tirino si definiscono «insoddisfatti» della risposta fornita in Aula dal sottosegretario per l’Ambiente Silvia Velo e criticano il Governo.
«Ho chiesto al Governo di operare in tempi brevi per mettere in sicurezza tutta l’area – dice Gianni Melilla (Sel) – e procedere alla bonifica superando le omissioni e i ritardi che hanno sinora caratterizzato la sua azione. Si evincono ritardi e sottovalutazioni imbarazzanti e inaccettabili nella condotta dei Governi che si sono succeduti negli anni».
«Sono passati anni e anni – aggiunge – e la situazione è ben lungi dall’essere definita positivamente ridando serenità alle popolazioni inquinate in modo colpevole dalla criminalità industriale e non tutelate da chi doveva provvedere alle attività di prevenzione, controllo e repressione di atti illeciti di smaltimento dei rifiuti industriali e inerti».
«Troppi i ritardi accumulati – affermano Ermete Realacci e Miriam Cominelli (Pd) – è ora di cambiare passo e affrontare questa emergenza con maggiore impegno e determinazione, chiamando a risanare chi ha inquinato quest’area per decenni. Bussi è l’esempio, purtroppo tutt’altro che isolato, di una industrializzazione che ha inquinato interi territori e messo in pericolo la salute dei cittadini. Un modello del passato che oggi va completamente abbandonato. Bisogna però fare i conti con questa pesante eredità risanando e proponendo un altro futuro, che punti alla riqualificazione industriale e alla riconversione dell’area con progetti economici compatibili con gli interventi di bonifica e la tutela dell’ambiente».
«Quell’area – sottolinea Andrea Colletti (M5s) – è stata abbandonata dalla politica, abbandonata dalla politica dei vari Governi che si sono succeduti, abbandonata dalla politica della Regione Abruzzo. È stato un abbandono bipartisan da parte della politica di centrosinistra e di centrodestra. I cittadini della zona, ma anche della Val Pescara, che per anni, fino almeno al 2007, hanno ingerito sostanze inquinanti e contaminate, vogliono conoscere la verità e sapere cosa verrà fatto subito, non fra venti o trent’anni. Già sono passati sette anni, senza che nulla sia stato fatto».