
Il 9 aprile scorso è stato presentato davanti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di L’Aquila, dagli inquilini delle Case Comunali di San Gregorio – a mezzo dell’Avvocato Carlotta Ludovici – l’atto di integrazione all’esposto già depositato l’11 ottobre del 2013, nel quale sono stati riferite nuove circostanze sull’annoso problema della riparazione degli immobili danneggiati dal sisma di proprietà del Comune di L’ Aquila, oltre ad essere stati precisati e ribaditi alcuni elementi già noti.
In particolare, è stato contestato il persistente comportamento del Comune di L’Aquila, che in modo solerte ha fatto pervenire nuove lettere di costituzione in mora per il pagamento dei canoni di locazione su case, «che a chiamarle tali – si legge in una nota – sembrerebbe un azzardo, ove peraltro viene avanzato il pagamento del canone anche per l’annualità 2009, anno in cui è notorio che tutti gli abitanti del cratere sono stati ospitati in strutture ricettive della Protezione civile».
«E’ davvero incomprensibile come a ben 5 anni dal terribile evento sismico gli assegnatari della case comunali di San Gregorio debbano vivere in condizioni disumane, all’interno di alloggi pieni di crepe a tamponature e tramezzi, a tutt’oggi non ancora riparate, nell’ indifferenza e nel totale abbandono di chi è preposto ad intervenire. Anzi, in uno dei pochi incontri accordati dall’Ente, e nello specifico in quello tenutosi recentemente con l’Assessore alla ricostruzione, con vivo stupore ci è stato riferito che il Comune di L’Aquila non è affatto a conoscenza della situazione incresciosa in cui gli inquilini sono costretti a vivere, sia con riferimento alle case danneggiate, in taluni casi classificate inagibili, sia in relazione alle fogne a cielo aperto che interessano il plesso».
«Il tutto nonostante siano stati stanziati 43 milioni di euro per la riparazione delle case di EPR comunale dal Governo di allora, come stabilito per il tramite dell’OPCM numero 3809 del 2009».
Inoltre, è stato evidenziato, come taluni inquilini hanno avuto classificata la propria casa agibile alla data di scadenza della richiesta di assistenza alla popolazione, per poi scoprire casualmente una nuova classificazione con esito di inagibilità B o C. E ancora, si è rappresentato che nel plesso di San Gregorio insiste il blocco E, ossia un ammasso di case distrutte e pericolanti, mai messe in sicurezza, che creano serio pericolo per l’incolumità pubblica».