«Grazie Monsignor D’Ercole»

16 aprile 2014 | 15:25
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«Grazie Monsignor D’Ercole»

di Nando Giammarini*

Saluto con gioia, entusiasmo e simpatia un caro amico, un grande uomo di fede, di dialogo e di cultura, Monsignor Giovanni D’Ercole, recentemente nominato da sua Santità Papa Francesco Vescovo di Ascoli Piceno. Succede a Monsignor Silvano Montevecchi deceduto lo scorso settembre.

Il presule di Rendinara di Morino ha una formazione di tutto rispetto, iniziando dagli anni ’75 quando conobbe da vicino la sofferenza e il disagio di tanti giovani reclusi allorchè era cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo nella periferia romana. Volto noto di Rai Due quale conduttore della storica rubrica religiosa “[i]Sulla Via di Damasco[/i]”, appartiene alla Congregazione dei Figli della Provvidenza, giornalista pubblicista esperto in pastorale, teologo moralista, ex direttore della sala stampa vaticana, direttore della rivista “[i]Don Orione oggi[/i]”. Dopo un faticoso impegno di 9 anni svolto con passione e dedizione come missionario in Costa d’Avorio rientrò a Roma quale parroco della chiesa di Ognissanti sull’Appia, dove collaborò con un altro grande uomo di fede e di bontà, mio caro amico e compaesano di Cabbia di Montereale (L’Aquila), il professor Nicola Ceci, oggi diacono.

{{*ExtraImg_196639_ArtImgRight_300x200_}}Monsignor D’Ercole ha svolto per quattro lunghi anni l’infaticabile ruolo di Vescovo ausiliare dell’Aquila in seguito al catastrofico terremoto del 6 aprile 2009, affiancando dapprima Monsignor Molinari e successivamente il neo Vescovo dell’Aquila nominato a luglio, Monsignor Petrocchi.

Appena ufficilizzata la notizia della sua nomina, Monsignor D’Ercole, oltre a ringraziare il Papa per la fiducia accordatagli, ha rilasciato la seguente dichiarazione con toccanti parole: ”[i]Ho appreso con gioia ed emozione la nomina a vescovo dell’antica Chiesa di Ascoli Piceno, ricca di storia e di tradizioni cristiane. Ascoli è una città che ho cominciato a conoscere fin dagli anni ’90 per cui giungerci ora come Pastore della comunità diocesana mi appare come un dono particolare del Signore. Vengo con la semplicità di chi si sente al servizio del Vangelo e della gente, soprattutto dei poveri; vengo senza troppi programmi nella mente, ma tanta voglia nel cuore di amare tutti, con il desiderio di aiutare ciascuno di voi ad incontrare Gesù e vivere la gioia del Vangelo. Ascoli, città di fede mariana, accoglie come vescovo un innamorato di Maria; alla Madonna delle Grazie sin d’ora affido la diocesi e il mio ministero episcopale, chiedendole il dono della fedeltà, dell’umiltà e della dedizione sino all’estremo. Questo, cari fratelli e sorelle, è solo il primo saluto e, come dicevo, un abbraccio nell’attesa di conoscerci, di incontrarci e di costruire insieme un altro tratto del cammino della nostra Diocesi, chiamata come ogni altra comunità cristiana, ad affrontare sfide e difficoltà in questo tempo di rapidi e profondi mutamenti sociali, economici, culturali e spirituali. Sant’Emidio ci accompagni con la sua protezione. A tutti ancora un abbraccio e la mia benedizione[/i]”.

{{*ExtraImg_196640_ArtImgRight_300x172_}}Sento il dovere morale, nel momento in cui si accinge a lasciare L’Aquila per raggiungere Ascoli Piceno, di salutare e ringraziare Monsignor D’Ercole a nome mio e di tutta la Comunità Cabbiese, che nutre nei suoi confronti ammirazione e riconoscenza, essendo stato il primo Vescovo che ha partecipato alla Commemorazione dei Caduti a Cabbia di Montereale per ben due volte nel 2010 e nel 2013. Lo stesso, con la gentilezza e l’umiltà che lo distingue mi concesse, il 18 luglio 2011, una lunga intervista in cui analizzammo la situazione aquilana e del cratere sismico inserita nel contesto sociale, economico e religioso del momento. Non sono mancati ulteriori incontri amichevoli, in varie ricorrenze, come quella dolorosa del sei aprile, oppure in liete circostanze, come un pranzo in montagna o una cena insieme a casa di amici comuni, l’ultimo qualche settimana fa quando passai a salutarlo in Curia. Mentre scrivo mi sovviene un [i]flash[/i]: la sua immagine intento a spalare le macerie con il famoso popolo delle carriole. Un grande evento, una testimonianza che lo eleva a uomo di unità, coesione e verità. Insomma, un vero pastore innamorato del proprio gregge.

Ci vedremo probabilmente il prossimo Venerdì Santo, giorno in cui saluterà L’Aquila, intanto gli dico, con affetto ed amicizia: “[i]Auguri Don Giovanni, Dio ti benedica e sostenga la tua missione pastorale in terra marchigiana[/i]”.

La permanenza aquilana del Vescovo Ausiliario si chiuderà il primo maggio con la via mariana e la messa vicino al Santuario della Madonna di Roio, che tanto lo ha visto impegnato affinchè partissero i lavori di ristrutturazione, da vero lavoratore nella vigna del Signore.

*lettore

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