In Italia sempre più anziani e sempre meno autonomi

16 aprile 2014 | 12:54
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In Italia sempre più anziani e sempre meno autonomi

Sempre più anziani, fragili e non autonomi: sono gli italiani secondo quanto rilevato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, coordinato da Walter Ricciardi, che questa mattina ha presentato, presso l’università Cattolica, l’undicesima edizione del Rapporto Osservasalute.

Mentre gli italiani invecchiano, si dirada sempre di più il “futuro del Paese”, i bambini e i giovani, con una riduzione degli individui potenzialmente in età da lavoro.

Un bilancio negativo alleggerito solo grazie ai cittadini stranieri, la cui demografia è a favore delle classi di età più giovani. La popolazione più anziana è soprattutto donna e sono più che raddoppiati in dieci anni gli ultracentenari.

L’Indice di vecchiaia, inserito per la prima volta nel Rapporto, descrive un’Italia sempre più anziana. Calcolato per il complesso dei residenti (italiani più stranieri), infatti esso è pari nel 2011 a 148,7: in altre parole, ogni 100 giovani di età minore di 15 anni risiedono in Italia oltre 148 persone di 65 anni e oltre.

Questo indice assume valori particolarmente elevati in Liguria (238,4 per 100), Friuli Venezia Giulia (190 per 100) e Toscana (187,3 per 100). All’opposto, valori contenuti si sono registrati in Campania (101,9 per 100), nella PA di Bolzano (111,1 per 100) e Sicilia (126,2 per 100).

Per comprendere quanto gli stranieri contribuiscono al “ringiovanimento” della popolazione, basti pensare che il loro indice di vecchiaia è pari all’11,6.

Quanto invece all’età da lavoro, l’Indice di dipendenza dice che a livello nazionale tale indice e’ pari a 53,5, cioè ogni 100 persone in età attiva (15-64 anni) ce ne sono 53,5 che per motivi di età sono potenzialmente da loro “dipendenti”.

Anche in questo caso il valore più elevato si registra in Liguria (63,8 per 100), mentre quello più contenuto in Sardegna (47,7 per 100). Lo stesso indicatore calcolato per i residenti stranieri è pari a 29,1 (per 100).

Osservando le fasce di età che compongono la popolazione, si evince che nel 2011 I cittadini in età 65-74 anni rappresentano il 10,5% del totale dei residente.

I valori regionali variano da un minimo dell’8,7% della Campania a un massimo di 13,1% della Liguria. Si conferma il differente peso della popolazione in età 65-74 anni tra gli italiani e gli stranieri: infatti, per la componente italiana questi rappresentano l’11,1% della popolazione residente contro l’1,7% della componente straniera.

I “molto anziani” (75-84 anni) rappresentano invece il 7,5% del totale della popolazione, mentre risultano più che raddoppiati (dal 2002 al 2011) gli ultracentenari, passati da poco più di 6.100 a 13.500.

Tanto tra gli ultracentenari, quanto in generale nella popolazione anziana, le donne rappresentano la percentuale più elevata: il 53,3% nella fascia 65-74 anni, il 58,9% in quella 75-84 anni, il 69,6% tra i grandi vecchi (85 anni e oltre) e l’82,8 degli ultracentenari. L’invecchiamento della popolazione è dovuto a una diminuzione della mortalità tra 0 e 84 anni: nel 2010, la speranza di vita alla nascita era di 79,4 anni per gli uomini e 84,5 anni per le donne.

Complessivamente, dal 2006 gli uomini hanno guadagnato un anno di vita (365 gg) e le donne 0,5 anni (ovvero 183 gg).