
Lo scorso sabato, a L’Aquila, nei locali del Bar Modà, ha avuto luogo una conferenza-dibattito dal titolo “[i]Io come te, seppur diversi. L’omosessualità[/i]”, concernente l’attualissimo tema dell’omosessualità e l’influenza che questa ha all’interno delle relazioni tra il giovane che si scopre tale e la propria famiglia. La conferenza è stata organizzata dalla dottoressa Clementina Petrocco, psicoterapeuta analitica e analitico corporea, e dalla dottoressa Giorgia Manilla, psicologa psicoterapeuta sistemico relazionale.
«Ho l’opportunità di incontrare molti ragazzi e ragazze- con il lavoro che svolgo – sottolinea la dottoressa Manilla – e quello che ho riscontrato negli ultimi tempi è un aumento della richiesta di sostegno psicologico di molti giovani omosessuali che non riescono a gestire la crisi emotiva profonda che tale scoperta comporta, sia a livello individuale che relazionale. E’ per questo motivo che abbiamo ritenuto necessario poter raccontare e dar voce a questi adolescenti, in una città come la nostra dove è evidente un tacito evitamento della realtà; ovvero l’esistenza di un rilevante gruppo di persone che si scoprono omosessuali e non si sentono nella possibilità di essere riconosciuti come socialmente adeguati, autoescludendosi ed isolandosi».
Durante l’incontro, a cui hanno partecipato molti genitori e giovani, si è dibattuto circa le modalità che l’adolescente ha di elaborare il suo nuovo sentirsi e viversi e come arriva a fare outing nella famiglia. Si sono individuati, inoltre, i vissuti emotivi negativi e positivi a cui i nuclei familiari si trovano a dover far fronte e come questi reagiscono alla rivelazione del figlio, sottolineando le difficoltà, le risorse e le modalità organizzative che i sistemi familiari agiscono per contenere ed affrontare le nuove contingenze relazionali interne ad essi. Nella consapevolezza che questo è stato solo «un piccolo passo verso una possibile apertura sociale e culturale della nostra città verso la “diversità”, intesa come opportunità di crescita e di confronto e non dunque come giudicante e preconcetta».