
Dopo i recenti e ripetuti attacchi alla integrità ambientale del Parco Regionale Sirente Velino denunciati dalle associazioni ambientaliste torna domani all’esame del Comitato Valutazione Impatto Ambientale (CCRVIA) della Regione il progetto per la lottizzazione “Piano della Madonna” a Rocca di Mezzo.
Dopo anni di botta e risposta tra associazioni, comitati di cittadini, studi ambientali, pareri del Parco e rinvii del CCRVIA che «invece di bocciare definitivamente il progetto – si legge in una nota firmata da Daniele Valfrè – Responsabile ALTURA Abruzzo, Bruno Santucci – Coordinatore Gruppo Naturalisti Rosciolo, Stefano Allavena – Coordinatore LIPU Abruzzo, Stefano Orlandini – Presidente Salviamo l’Orso, Antonio Perrotti – Circolo Terre Pubbliche e Maurizio Acerbo – Consigliere regionale Rifondazione Comunista – continua a rimandare la decisione chiedendo ulteriori nuovi pareri».
Anche recentemente «malgrado un netto parere negativo del Parco Sirente Velino sia dal punto di vista paesaggistico che naturalistico, in quanto la lottizzazione ricadrebbe in zona A2 del Piano Paesistico Regionale ad alto valore ambientale e paesaggistico (in cui le uniche infrastrutturazioni turistiche previste sono quelle relative a piccole opere a fini ricreativi e per la presenza della rarissima Klasea lycopifolia, pianta presente in Italia esclusivamente all’Altopiano delle Rocche e nella Piana di Campo Felice), il Presidente della CCRVIA, l’architetto Sorgi non si è arreso e chiede nuovi chiarimenti al Parco ritenendo conforme il progetto al Piano Paesistico Regionale e al Piano di Fabbricazione».
«L’Architetto Sorgi però – si legge ancora – continua a non prendere in considerazione le “omissioni formali e sostanziali” più volte segnalate dalle associazioni ambientaliste in quanto il Comune di Rocca di Mezzo è dotato di un Piano di Fabbricazione (1971) antecedente all’istituzione del Parco (1989), manca di Piano Regolatore che dovrebbe considerare i vincoli del Parco e dei Piani Paesistici».
«Il Comune è inadempiente rispetto al recepimento obbligatorio dettato dalla L. R. 18/83 che fa obbligo di elaborare entro un anno il Piano Regolatore Generale. Inoltre è inadempiente rispetto all’obbligatorio recepimento del Piano Regionale Paesistico che andava fatto entro 90 giorni dalla sua approvazione del luglio 1991 pena l’entrata in vigore delle previsioni del PRP senza modifiche. Pertanto in forza di queste sostanziali omissioni diventano illegittime e sono in contrasto con lo stesso PRP tutte le previsioni insediative indebitamente recuperate dal vecchio e sovradimensionato Piano di Fabbricazione comunale oltre che essere comunque verificabile e valutabile con i parametri poi sopravvenuti e soprattutto con la Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione di Incidenza, nel rispetto pieno dei principi dettati dalle Direttive Comunitarie».
Intanto l’Unione Europea nel 2012 ha preso in considerazione l’esposto delle Associazioni e del Comitato cittadino per l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia che è in corso d’istruttoria.
«A questo punto – concludono i firmatari – ci chiediamo perché sia cosi importante far passare l’ennesima lottizzazione in un’ area protetta di così grande valenza ambientale e a chi convenga ?
Crediamo che come cittadini di questa regione ed alla vigilia della consultazione elettorale sia un nostro diritto sapere come la “Regione verde d’Europa” amministra e tutela le nostre aree protette».