
«Sarà costituita una nuova struttura tecnica di missione a livello governativo, che sostituirà il dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali (Diset), ora accorpato al dipartimento per la Programmazione e il coordinamento della politica economica, e che rappresenti un interlocutore esclusivo e dedicato con gli uffici della ricostruzione e i Comuni del cratere sismico aquilano. Questo non significherà un cambio della [i]governance[/i], ma solo maggiore efficienza». Lo ha detto il sottosegretario di Stato all’Economia, l’abruzzese Giovanni Legnini, che è anche il referente del governo Renzi per il post-sisma aquilano, a margine dell’inaugurazione dell’ufficio di front office per la ricostruzione privata insediato in via Avezzano, al pianterreno del palazzo che ospita l’assessorato alla Ricostruzione.
In relazione al nuovo ufficio, Legnini sottolinea che «si offre un prezioso servizio al cittadino alla prese con le complesse pratiche che una ricostruzione privata degli edifici comporta. Una buona [i]governance[/i] della ricostruzione – aggiunge – si vede anche dall’attenzione che viene prestata dagli enti preposti in termini di trasparenza e riposte chiare, univoche e veloci».
L’ufficio sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 12 e il mercoledì anche dalle 15.30 alle 17. Saranno operativi cinque sportelli, divisi per aree tematiche: protocollo, liquidazione contributi, rimborso beni mobili e traslochi, edilizia privata e rilascio buoni contributo. L’ufficio è dotato di un ampio spazio di attesa e del servizio di prenotazione elettronica con ticket.
«Tutti i soldi necessari alla ricostruzione ci saranno, il governo non naviga a vista, vuole dare continuità al processo di ricostruzione», ha sottolineato il sottosegretario parlando di ricostruzione post-terremoto del 6 aprile 2009. «Ora – ha aggiunto – la priorità comunque è sbloccare le risorse già iscritte a bilancio, poi trovare quelle mancanti per coprire tutto il 2014». Una partita che, ha ribadito Legnini, si gioca anche e soprattutto sul tavolo europeo: «All’Europa non chiediamo deroghe ad hoc al tetto del 3% del rapporto deficit/Pil, sarebbe del resto un’operazione molto complicata, visto che deve coinvolgere gli altri Stati membri», ha premesso. «Ma, per quanto riguarda L’Aquila – ha concluso – occorrono regole ad hoc che consentano di trovare una soluzione finanziaria stabile, necessaria al processo di ricostruzione. Organizzeremo a breve un confronto con l’Europa sui temi delle risorse e della fiscalità».