Extant: «Vogliamo vivere di musica»

18 aprile 2014 | 10:42
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Extant: «Vogliamo vivere di musica»

di Giada Panetti

Nel ricco panorama musicale aquilano colpisce l’energia e il dinamismo di tre ragazzi giovanissimi: gli Extant.

Il nuovo gruppo nasce dalle ceneri degli Irata manet che nel recentissimo post sisma cercarono di esprimere attraverso delle melodie ancora acerbe i loro sentimenti e le loro fortissime emozioni. Fatto tesoro di quella esperienza, cresciuti, si presentano al pubblico con nuove musicalità e un genere nettamente diverso. Il gruppo è composto da tre elementi: Stefano Iannello al

basso, Marco Panepucci alla batteria ed il frontman Simone Scimia, voce e chitarra, che ha risposto ad alcune domande sulla storia del gruppo.

Quando nasce il gruppo?

«Il gruppo nasce subito dopo il terremoto. Ci siamo esibiti per la prima volta nell’agosto del 2009, con il nome “Irata manet”, chiaramente ispirato alla locuzione latina “immota manet”, simbolo della nostra città. Dopo questa esperienza d’esordio, per noi importantissima, abbiamo deciso di ripartire il primo agosto 2013, cambiando nome al gruppo (siamo diventati gli “Extant”) ed uscendo con il singolo “[i]La nera la rossa la bionda[/i]”.

Qual è il vostro obiettivo?

«Vivere di musica, la nostra passione più grande. Ciò potrà avvenire solo con tanto sacrificio ed impegno, provando a trasmettere ciò che siamo attraverso i nostro pezzi».

Quando e come nasce l’ultimo pezzo?

«La stesura del pezzo risale ad ottobre/novembre 2013. Marco mi ha dato l’idea e ci siamo imbarcati in questo nuovo progetto. È il primo testo musicale che scrivo interpretando il sentimento di qualcun altro. È stata un’esperienza particolare e sono stato davvero felice del suo apprezzamento. Avevo promesso che se non gli fosse piaciuto avrei strappato il foglio davanti ai suoi occhi.

Evidentemente non ce ne è stato bisogno».

Tre ragazzi aquilani. Come vi siete trovati?

«Siamo nati e cresciuti insieme nello stesso paese. Con il tempo abbiamo scoperto di avere un interesse comune che si faceva sempre più forte e centrale nelle nostre vite: la musica».

Quale messaggio volete trasmettere con questo singolo?

«Non è tanto il messaggio che si vuole trasmettere, ma quello che arriva. L’importante è fornire delle immagini che possano richiamare alla mente determinati stati d’animo o momenti vissuti. Ogni canzone ha il suo messaggio, significato iniziale, ma è naturale che ogni ascoltatore avrà un’interpretazione personale dettata dalle sue esperienze, dal suo carattere e così via. E’ per questo motivo che una canzone può essere condivisa, oppure esserci

indifferente».