
di Alessia Lombardo
In passato perni della “vecchia guardia” dell’Amiternina i due fratelli Del Coco, noti per la viscerale passione per il calcio, hanno concesso a [i]IlCapoluogo.it[/i] un’inedita intervista doppia.
Oggi la vita sportiva dei due è separata: Antonello, centrocampista classe ’78, milita nel Team 604 in Promozione, mentre per Alessandro, dopo il ritiro coatto dello scorso dicembre, si è aperta la carriera da tecnico. L’ex centrocampista classe ’81 è attualmente vice allenatore della prima squadra dell’Amiternina (nell’arco della stagione è andato più volte in pachina al posto di Vincenzino Angelone) oltre a guidare da più di due mesi gli Allievi regionali della società giallorossa. Con la complicità del maggiore, Antonello, si è riusciti nell’impresa di parlare al telefono con il minore Alessandro, cosa assai rara e nota a chi conosce bene l’ormai ex capitano.
{{*ExtraImg_197139_ArtImgRight_300x225_}}Alessandro e Antonello hanno dedicato interamente la propria vita al calcio, una passione ereditata da papà Cesillino con la complicità e la pazienza di mamma Erminia, prima tifosa dei due centrocampisti.
Rigori, espulsioni, vittorie e aneddotti regalati dai Del Coco ai nostri lettori nel giorno di Pasqua. In attesa del rush finale che vede l’Amiternina Scoppito alle prese con l’agognata salvezza in serie D, conosciamo da vicino due calciatori dal cuore giallorosso che hanno contribuito a scrivere la storia della seconda realtà calcistica aquilana.
Iniziamo descrivendo caratterialmente tuo fratello: due pregi e due difetti…
Antonello: Alessandro è un trascinatore e una persona che tiene alle cose che fa in ambito calcistico. È molto testardo, molto ritardatario e non risponde al telefono!
Alessandro: Oltre ad essere un buono è molto intelligente, ma è testardo e . . .'[i]deve finì di fa’ na cosa[/i]’ … ([i]risata[/i])
Oggi sei in forza in…
{{*ExtraImg_197140_ArtImgRight_300x363_}}Anto: Nel Team 604, campionato di Promozione girone A, del mister Candido Di Felice. Complici gli obiettivi cambiati in corsa è stato un campionato abbastanza duro, che non ci saremmo mai aspettati a inizio stagione.
Ale: Ho appeso le scarpette al chiodo a dicembre 2013, ma sono rimasto nell’Amiternina come vice allenatore. Alleno la squadra degli Allievi regionali del settore giovanile dell’Amiternina, sono subentrato in panchina da oltre due mesi.
Quanti anni avete giocato insieme e che ricordo hai di quei periodi?
Anto: Per dieci anni in prima squadra. Sempre bei ricordi, avevamo lo stesso ruolo e c’era un’affinità particolare. Nell’ ’80 retrocedemmo dalla Promozione in Prima Categoria con l’Amiternum Tornimparte. In quella stagione segnai io su punizione e con Alessandro copiammo l’esultanza di Tacchinardi e Del Piero. Tra le belle esperienze, c’è il doppio scontro con L’Aquila Calcio in Eccellenza: la prima partita giocata al Fattori è stata davvero esaltante anche perchè eravamo vicini alla vittoria, in occasione del ritorno a Scoppito erano circa 3000 le persone al Comunale, mai visto così pieno!
Ale: Ho ricordi bellissimi, sono stati gli anni dove il gruppo dell’Amiternina si è formato di più. Eravamo tecnicamente meno forti, ma più legati. Per quasi 10 anni abbiamo giocato con gli stessi, la squadra che noi chiamiamo la “vecchia guardia”.
{{*ExtraImg_197141_ArtImgRight_300x400_}}Hai mai battuto nell’arco della tua carriera tuo fratello?
Anto: Non ufficialmente, solo in amichevoli.
Ale: ([i]Ci pensa[/i]). Forse quando lui giocava con il Tornimparte e io con l’Amiternina: stagione ’98-’99.
Per quanti anni hai indossato la fascia da capitano dell’Amiternina?
Anto: Con Ale ce la siamo scambiata più volte la fascetta, ma, giustamente, si identifica in lui il “capitano” poichè erano molti i compagni con cui aveva trascorso gli anni delle giovanili… di “settantottini” eravamo rimati solo io e Daniele Ferrante ([i]sorride[/i]).
Ale: Circa 10 anni, mentre la maglia da sempre. Per 20 anni, dalle giovanili alla prima squadra, ho sempre giocato con l’Amiternina, la mia unica squadra.
Infortuni in carriera (per Alessandro non c’è limite di spazio) . . .
Anto: Mai per il calcio. Sciando si è sfibrato il legamento collaterale del ginoccho destro e sono stato costretto a fermarmi due mesi. Ultimamente soffro per il tendine d’achille. Quando ero piccolo e giocavo con gli Allievi dell’Amiternina ho subìto la rottura di un braccio.
Ale: Oltre ai vari gravi, uno subìto sul campo il 16 dicembre 2012 legamento crociato e menisco. Sono stato operato all’anca (per troppi anni di attività) nel luglio 2012. Da piccolo ho avuto la tibia sinistra rotta.
{{*ExtraImg_197142_ArtImgRight_300x225_}}Che rapporto hai con i calci di rigore?
Anto: Ne ho sbagliati due decisivi ai play-off. Ma ne ho anche segnato qualcuno decisivo nell’arco delle varie stagioni. Il mio primo rigore trasformato risale alla stagione ’88-’89 con l’Amiternun B a Piazza d’Armi.
Ale: Alle giovanili buono. Poi, dopo che mi è stato parato quello in Coppa con Civitanova, non li ho più calciati.
E con gli arbitri?
Anto: In 31 anni di carriera ho rimediato poche ammonizioni e due espulsioni. Una per mancanza di rispetto verso l’avversario e l’altra per doppia ammonizione. Sono abbastanza tranquillo.
Ale: Calcisticamente sono un po’ agitato, nell’arco della mia carriera ho collezionato 2-3 espulsioni clamorose.
Campionati vinti . . .
{{*ExtraImg_197162_ArtImgRight_201x356_}}Anto: In Prima Categoria con Amiternum Tornimparte, stagione 2001-2002. Poi, con l’allora presidente Colantoni, dalla Promozione siamo andati in Eccellenza nel 2010-2011. Per più di 10 anni ho raggiunto i play-off. C’è anche la vittoria della Coppa Italia di Promozione Stagione 2004-2005: alzare per la prima volta nella storia dell’Amiternina un trofeo a livello regionale è stata una soddisfazione indescrivibile a parole. Lì ero io il capitano!
Ale: Quattro. Promozione dalla 1^ Categoria alla Promozione con mister Ciccone, stagione 2001-2002. Nel 2004-2005 siamo andati in Eccellenza con Angelone. Siamo nuovamente tornati nel massimo campionato regionale nel 2010-2011 con Angelone. Storica promozione in serie D nella stagione 2011-2012 ancora con Angelone.
{{*ExtraImg_197143_ArtImgRight_300x225_}}Squadra, allenatore e giocatori preferiti..
Anto: La Juventus. Giocatore Alessandro Del Piero, metto ancora i laccetti sui calzini legandoli come lui. Il mister ([i]ci pensa un po’[/i]) Carlo Ancelotti perché riesce a trasmettere grandi valori con una grande tranquillità.
Ale: La Juventus. Come allenatore ad oggi Antonio Conte, ma anche Diego Pablo Simeone. Calciatore Paulo Sousa (che ha orami chiuso la carriera da giocatore ndc).
Litigate spesso o andate d’accordo?
Anto: Ora non più. Prima, quando eravamo più piccoli, era un disastro!
Ale: Ultimamente andiamo quasi sempre d’accordo, mentre prima litigavamo più spesso. Sempre per le risposte non date di Antonello e per la PlayStation.
Quali sono i soprannomi di tuo fratello?
Anto: “[i]Menestra[/i]”, ma qualcuno a Scoppito lo chiama ancora “[i]Campioncino[/i]”. Poi c’è “[i]Ruga[/i]”, ma quando eravamo più piccoli.
Ale: A Scoppito Antonello è “[i]Budello[/i]”, un altro soprannome è il “[i]professore[/i]” perché è sempre preciso. Infine c’è “[i]Still[/i]”, lui capirà.
Sei scaramantico?
Anto: Non tanto.
Ale: Insomma, non al 100 per cento. Faccio caso ad alcune cose che non ti dirò ([i]ride[/i]), ma un pochino.
L’allenatore a cui sarai sempre riconoscente?
Anto: Vincenzino Angelone e Giuseppe Ciccone perchè a loro sono legati i successi sportivi e la crescita calcistica e personale sulla quale puntavano molto.
Ho avuto la fortuna di essere allenato in prima squadra da tecnici vincenti (Candido Di Felice, Fabrizio Schultz Scarsella e Luigi Durastante), ma credo di aver preso da tutti quanto di buono cercavano di trasmettermi, a partire dalla scuola calcio.
Ale: Da grande Vincenzino Angelone, su 17 anni di prima squadra 8 anni c’è stato lui. Forse dal punto di vista caratteriale mi ha formato Carlo Ciuffini, il primo allenatore dei Giovanissimi.
{{*ExtraImg_197144_ArtImgRight_300x225_}}Come vedi il tuo futuro nel calcio?
Anto: Vorrei provare a giocare ancora, sempre però con un progetto serio alle spalle, altrimenti proverei con la carriera da allenatore. Credo di essere più adatto per i bambini.
Ale: Per adesso mi piace quello che sto facendo con gli Allievi, che sono già un ottimo livello. Mi sta piacendo allenare ma è un qualcosa che deve crescere gradualmente. Inoltre sono secondo allenatore della prima squadra.
In conclusione cosa vorresti dire a tuo fratello?
Anto: Credo che ormai, per essere nuovamente una “coppia”, ci tocca solo la panchina 😉
Ale: Lo saluto, dato che ci vediamo pochissimo ogni giorno, però quando l’ho incrociato si è raccomandato di risponderti al telefono! ([i]risata generale[/i]).
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