
di Nando Giammarini*
Il ricordo e la storia sono valori fondanti di ciascuna comunità e ci legano a tanti luoghi protagonisti di una memoria personale e collettiva che fanno parte di noi stessi. Per questo domani, 25 aprile 2014, LXIX anniversario della Liberazione dall’occupazione dell’esercito tedesco e dal famigerato governo fascista di Mussolini, ci saranno tante iniziative volte a ricordare coloro che donarono la loro giovane esistenza per la salvezza della Patria.
Una data importante, con tante manifestazioni in ogni parte del Paese per ricordare ed onorare degnamente oltre ai valori della Resistenza, la riconquistata libertà che pagammo a caro prezzo e gli alti ideali dei padri fondatori della nostra Costituzione. Una delle più avanzate del mondo, una sintesi della parte migliore della cultura del nostro popolo scaturita dall’incontro tra diverse ideologie: il Marxismo, il Liberalismo ed il Cattolicesimo democratico che, uniti nel combattere la barbarie nazifascista, decisero le regole del vivere civile.
Il 25 aprile rappresenta sì un giorno di festa, ma al contempo di dolorosa memoria per tanti nostri fratelli, uomini e donne, valorosi Partigiani che combatterono, furono imprigionati, torturati e morirono sui monti per costruire un’Italia più giusta, equa, solidale. Un 25 aprile come baluardo di democrazia da difendere e custodire, quale bene supremo dell’intera umanità, soprattutto per le nuove generazioni, affinchè si sentano, a pieno titolo, parte di una comunità nazionale ed europea.
{{*ExtraImg_197653_ArtImgRight_300x224_}}Un 25 aprile dal quale ripartire per condannare senza mezzi termini episodi d’intolleranza razziale nella ferma convinzione che, sebbene gli esseri umani possono avere diversa tonalità della pelle, nelle loro vene scorre sangue dello stesso colore. Un 25 aprile per affermare i valori di rispetto e dignità di ogni persona, per condannare, senza attenuante alcuna, il vandalismo e il bullismo, figli di un disvalore culturale che minano le basi fondamentali della serena e pacifica convivenza.
Corretto ed onesto mettere in evidenza il ruolo delle donne nella Resistenza, le famose “resistenti della Resistenza“, così definite da Ferruccio Parri, un esercito silenzioso di grande utilità per la sopravvivenza dei Partigiani. Erano le famose “staffette” che recapitavano comunicati, medicine, cibo, armi ed avevano ruoli politici, militari e logistici. Il loro silenzio una volta arrestate, sebbene patirono immani torture, fu l’arma più efficace contro la macchina di morte nazifascista.
Oggi, agli inizi del terzo millennio, diventa di primaria importanza mantenere vivo il ricordo di quella immane tragedia, trasmettendone il significato con serietà e pacatezza, al di fuori di qualsiasi fanatismo, ai giovani, classe dirigente di domani, affinchè diventino portatori e difensori di una cultura di pace.
Tante le iniziative per il 25 aprile, volte ad onorare il ricordo della memoria in Abruzzo. Alle 10.30 a Montereale, nell’Alta Valle dell’Aterno, il sindaco Massimiliano Giorgi deporrà una corona al Monumento ai Caduti.
Il Comune dell’Aquila, la Prefettura e le massime Istituzioni cittadine hanno organizzato, in questo giorno, una serie di iniziative. Alle 10, in piazza Nove Martiri, lo struggente ricordo dei nove giovinetti aquilani trucidati dai nazifascisti il 23 settembre del 1943, cui alle ore 12 verrà intitolato, con una solenne cerimonia, “il Sentiero della Libertà“, che dalla chiesa di Madonna Fore conduce a Collebrincioni. Alle 10.30, alla Villa Comunale, alla presenza del sindaco Cialente e altre autorità militari, omaggio ai Caduti con relativa cerimonia di alzabandiera e deposizione di una corona al Monumento che ne ricorda le eroiche gesta. Alle 11.00 ad Onna, paese simbolo del terremoto, ricordo dei Martiri che persero la vita nella strage nazista dell’11 giugno 1944.
E’ compito di ognuno di noi impegnarsi perché simili tragedie non si verifichino mai più e in ogni angolo del globo terreste sventoli alta la bandiera della pace.
*lettore
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