
«Il paese è sconvolto. Nella nostra piccola comunità valori come quello della famiglia sono fortemente radicati. L’auspicio è che la vicenda si ridimensioni, perché se è tutto vero è molto grave».
Così il sindaco di Civitaquana, Angelo Ciarfella, commenta la vicenda della 20enne arrestata perché accusata di avere abortito tra il settimo e l’ottavo mese di gravidanza, occultando poi il corpicino del figlio con la complicità di altre persone.
La giovane, dopo essersi separata dal marito, viveva proprio nel paese del Pescarese, abitato da poco meno di 1.400 persone.
A Civitaquana, secondo il sindaco, «si sapeva che la ragazza era incinta e che c’era qualche problema. Personalmente – sottolinea il primo cittadino – ho appreso ieri sera sul web di quanto accaduto, ma negli ultimi giorni delle voci in paese erano circolate».
«Si parla di un contesto disagiato – dice ancora Ciarfella – ma era una famiglia normale. Sono ragazzi come tanti e certamente la giovane età, insieme ai problemi con il marito, avrà influito sul comportamento della ragazza. Io non ho elementi per giudicare, ma non mi sembra di vedere questo degrado, la famiglia rientra nei canoni della famiglia normale e questo lascia ancora più sconvolti».