Alluvione Sardegna, “promesse del governo sono venute meno”

di Giovanni Baiocchetti
Oltre 1300 abitazioni danneggiate e circa 1500 auto da ricomprare o riparare. Sono alcuni dei dati dell’alluvione che nel novembre scorso ha colpito la Sardegna centro-settentrionale. In quell’occasione, in un nostro articolo [url”Non spegniamo i riflettori sulla sardegna”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=91580&typeb=0&non-spegniamo-i-riflettori-sulla-Sardegna[/url] parlammo di come troppo spesso, in Italia, si tenda a dimenticarsi delle tragedie e dell’importanza dell’informazione attiva quando finisce il bombardamento mediatico del periodo di emergenza. Oggi, a telecamere spente, abbiamo raggiunto telefonicamente il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, per fare un punto della situazione.
Sindaco, come vanno le cose in Sardegna a quasi sei mesi dall’alluvione?
La situazione in cui si trova oggi la zona di Olbia è di una apparente normalità, ma le ferite determinate dall’alluvione sono ancora ovviamente aperte. Dallo Stato non è arrivato praticamente nulla; le uniche risorse che abbiamo ricevuto in dono sono state generi di prima necessità, elettrodomestici, arredamenti, tutto grazie al mondo del volontariato e alla solidarietà degli italiani, che sono stati molto generosi. Purtroppo, tutte le promesse che il governo Letta aveva preso all’indomani della tragedia sono venute meno e devo dire che anche il governo attuale, al momento, non sta dando risposte adeguate.
Sono ancora presenti situazioni di criticità nel territorio?
Ci sono delle situazioni di criticità molto gravi, la cui persistenza dipende dal mancato sblocco dei fondi del patto di stabilità che noi sindaci della zona avevamo richiesto. Pur avendo già le progettazioni pronte, ci troviamo oggi a non poter ancora avviare nessun programma ambizioso di spesa proprio perché non è intervenuta nessuna deroga adeguata al patto di stabilità; intendo dire che noi come comune non abbiamo potututo spendere le risorse consistenti di cui disponiamo (Olbia ha una cassa di circa 50 milioni di euro) come avremmo voluto e anche secondo la promessa che l’allora premier Enrico Letta aveva fatto durante la sua visita nelle zone alluvionate. Qui abbiamo ancora canali e alvei dei fiumi non in sicurezza e il rischio è che eventi di questa gravità possano ripetersi.
I fondi per la fase dell’emergenza, invece, da dove vengono attinti?
Esiste una contabilità speciale che viene gestita da un commissario, il dottor Giorgio Cicalò, che contiene alcune risorse (ad esempio circa 2 milioni di euro per le spese per il personale, che sono stati utilizzati nel periodo del post-emergenza). Il contributo previsto dallo Stato, di 20 milioni di euro, viene attinto da questa cassa della struttura del commissario, cui si aggiungono i 12 milioni erogati dalla Regione, per un totale di 32 milioni di euro.
Avete avuto agevolazioni fiscali?
Siamo in attesa di verificare un decreto che stanzia 90 milioni che è stato approvato al Senato che è fermo a causa di un errore (e, per questo, stiamo chiedendo con forza che venga corretto dalla Camera); il problema sta nel fatto che i soldi vengono concessi sotto forma di microcredito alle famiglie e alle imprese di ogni tipo. Gli interessi richiesti dalle banche per l’erogazione di questo microcredito, che per i cittadini sonoo a zero, di fatto vengono stornati dai fondi dell’emergenza, cioè dai 32 milioni di euro di cui parlavo poco fa. Tutto ciò ha suscitato subito una reazione da parte mia, da parte degli altri sindaci e dell’opinione pubblica perché non vedo per quale motivo si debbano pagare gli interessi alle banche quando si attinge dai fondi già abbondantemente insufficienti dell’emergenza.
E voi avete mai protestato per denunciare la vostra situazione?
Noi, come amministrazione comunale, abbiamo chiesto al presidente Renzi un incontro per potergli spiegare i nostri problemi, per presentare al governo una relazione su quanto viva sia ancora la tragedia qui in Sardegna. È ovvio che, qualora non dovessimo ricevere una risposta dal premier, non avremmo nessuna difficoltà ad aumentare il livello della nostra protesta, che diventerà una mobilitazione; a quel punto andremo a Roma, dove convocheremo il consiglio comunale di Olbia e di altre città per far sentire le nostre ragioni.
Gli oltre 5 milioni di euro raccolti dalla Croce Rossa con gli SMS sono arrivati?
No, non sono ancora arrivati e non arriveranno direttamente al comune di Olbia ma verranno gestiti dalla Croce Rossa tramite progetti eventualmente concordati col consiglio comunale. In questi giorni proprio la Croce Rossa, insieme alla Regione Sardegna, effettuerà la ripartizione delle somme raccolte in tutta Italia attraverso decine di iniziative e sottoscrizioni (e quindi deciderà quanti soldi spettano ai cittadini di Olbia, quanti a quelli di Bitti, di Posada e così via). Successivamente, la stessa deciderà quale progetto di assistenza alla popolazione attivare (ad esempio sottoforma di contributo per chi ha perso l’autovettura). A proposito di queste lungaggini, pare che le compagnie telefoniche abbiano tardato un po’ a trasformare le promesse di contributo in contributi effettivamente versati, denaro che poi è dovuto passare per il giro delle banche fino ad arrivare sul conto ufficiale della Croce Rossa. Certo, questa tempistica può essere anche compresa nelle dinamiche che sono solite di queste circostanze.