#primomaggioaCocullo

25 aprile 2014 | 14:39
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#primomaggioaCocullo

di Gioia Chiostri

Perdersi. Perdere la bussola fra le storie passate, sentirsene parte, è un po’ quello che accade quando la tradizione bussa alle porte del presente urbanizzato. Cadono le coordinate cittadine, formicolano sotto la pelle quelle dei sensi. Il Rito dei Serpari, quest’evento unico al mondo, candidato come patrimonio dell’Umanità all’Unesco, torna a farsi riscoprire, come ogni anno, il primo di maggio, nel piccolo gioiello marsicano di Cocullo.

Ultimo per geografia, ma non per storia, il crogiolo di case e chiese si empie una volta ogni 365 giorni di stranieri, di autoctoni e photoreporter vari. Una manifestazione immancabile che, oggi più che mai, riafferma l’importanza del turismo montano e abruzzese, capace da solo di varcare i confini delle Alpi nostrane.

Ma se il perdersi comporta comunque un successivo ritrovarsi più saggi di prima, ecco che il Capoluogo.it tira fuori dal cilindro delle informazioni, le coordinate indispensabili per godersi in tutto e per tutto Cocullo e la sua festa straordinaria. Il presidente della Pro Loco, Valter Chiocchio, guida virtuale per il nostro tour fatto di maiuscole e di parole, introduce così il Rito dei Serpari: «In effetti, – spiega – il rito, è uno degli eventi più noti a livello internazionale, non solo d’Abruzzo ma d’Italia. A livello di popolarità, importanza e affluenza turistica è stato paragonato a poche altre feste in Italia, come per esempio il Palio di Siena. Ogni anno abbiamo in media 15.000 visitatori, con punte di oltre 40.000.

Una folla composta da turisti, curiosi, fedeli, studiosi e giornalistifotografi. Nel corso degli anni si sono interessati alla nostra festa i massimi organi di informazione internazionale (New York Times, Bild, National Geographic, Time, Manchester Guardian, per citare qualche esempio) e le tv di tutti i paesi (Germania, Giappone e anche l’Olanda). Quest’anno aspettiamo la tv brasiliana e la tv del Vaticano».

Novità di quest’anno, la mappa del paese provvista di tutti i luoghi più caratteristici da visitare. Una guida visiva a tappe, atta ad invitare la gente ad essere cocullese anche se per un giorno solo. La realizzatrice è una giovane dottoressa, Anna Ognibene, cocullese doc. «Volevo dar vita ad un qualcosa che permettesse a tutti i turisti di sentirsi parte della mia terra, Una mappa per aiutare la gente a godersi al meglio la manifestazione.

L’idea era nell’aria da tempo, ed è stata rafforzata sia dai suggerimenti di alcuni visitatori (che prendiamo sempre in modo costruttivo per cercare di migliorarci a piccoli passi) e sia dall’esigenza di organizzare in modo sempre migliore una manifestazione di portata così vasta. Riducendo la confusione e aumentando l’informazione si rende la manifestazione più gradevole e fruibile per tutti. per esempio molte persone non riescono a vedere il momento più suggestivo della festa, cioè l’uscita della statua dalla chiesa e la vestizione con i serpenti, e con il percorso segnalato sulla mappa aiutiamo la gente a trovare altri punti dove seguire la processione.

Sulla mappa sono inoltre riportati i punti utili (come l’ubicazione delle ambulanze, dei bagni pubblici e per i disabili, del municipio) e quelli di interesse storicoarchitettonico».

Sacro e profano si mescolano nel rito di Cocullo. Le tappe dell’evento rispecchiano ciò? «la mescolanza tra sacro e profano è presente in ogni momento della manifestazione – spiega Valter – i momenti religiosi (celebrazioni in chiesa e processione) si alternano ai momenti più folkroristici (arrivo delle compagnie di pellegrini, corteo in costume per l’offerta dei ciambellati, riconoscimento ai serpari).

  E’ proprio questo connubio a rendere unica nel mondo la nostra festa: una celebrazione pagana talmente antica da non avere ancora origini accertate, che con il passare dei secoli è diventata cristiana grazie al legame con le opere di San Domenico Abate. La stessa figura del serpente non sta a ricordare il simbolo del peccato, ma un ricongiungimento dell’uomo con la natura. Ed è proprio questo ad attirare tante persone».

I luoghi tradizionali più importanti ben visibili nella mappa sono: il Santuario di San Domenico (al momento chiuso in seguito al terremoto del 2009), Piazza Madonna delle Grazie, con la chiesa omonima, la fontana medievale e la torre medievale sita nel rione San Nicola. Per tutti i dettagli su questi e sugli altri punti di interesse citati nella mappa, esiste un’apposita sezione nel sito del comune [url”Comune di Cocullo”]https://www.halleyweb.com/c066037/sa/sa_p_testo.php?idservizio=10007[/url]

E come ogni paese di vetuste tradizioni che si rispetti, anche Cocullo ha un suo motto-manifesto: ‘San Giuseppe la prima serpe‘. «Il modo di dire deriva – spiega il presidente della Pro Loco – dal fatto che si usava iniziare la raccolta dei serpenti il 19 marzo, giorno dedicato a San Giuseppe appunto. Negli ultimi anni la raccolta inizia però più tardi, perché le condizioni climatiche sono spesso poco favorevoli in quel periodo dell’anno e il serpente esce dalla tana solo con il caldo». Waiting for Cocullo. Imbracciate lo spirito d’avventura che avete riposto nel baule delle ‘cose andate che mai più torneranno’ e partite. Perdete la bussola per un giorno, a Cocullo. Al ritorno dal viaggio, la vostra anima vi ringrazierà.