‘Arturo Lo Chef’ al Gran Teatro Zeta

28 aprile 2014 | 16:07
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‘Arturo Lo Chef’ al Gran Teatro Zeta

L’alta cucina approda in teatro con “Arturo Lo Chef, un cuoco di Villa Santa Maria”, da John Fante, testo e regia di Stefano Angelucci Marino. L’appuntamento è per mercoledì 30 aprile, ore 21, al Gran Teatro Zeta, in località Monticchio, L’Aquila.

Lo spettacolo, che debutta nell’ambito della rassegna “Lavori in Scena, azioni e visioni contemporanee”, è proposto dal Teatro Stabile d’Abruzzo, da TeatroZeta e dal gruppo E.Motion per portare nel nostro territorio prosa e danza che sperimentino nuove vie tematiche e drammaturgiche.

Villa Santa Maria, uno splendido paese della provincia di Chieti, è nota in Italia e nel mondo per essere “la patria dei cuochi”. L’origine della cucina villese è veramente antica. La leggenda vuole che i primi cuochi villesi risalgano al 1560, all’epoca dei Principi Caracciolo, signori di Villa. Il principe Ferrante Caracciolo in quegli anni fondò la prima scuola alberghiera, fu proprio da quella scuola che si sviluppò il seme che avrebbe fatto poi di Villa Santa Maria la patria dei cuochi, i quali cominciarono nel corso dei secoli ad avventurarsi per i paesi del mondo in cerca di fortuna. Nel 1939, infine, viene istituito l’Istituto Professionale Alberghiero, la prestigiosa scuola che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per la tradizione culinaria italiana.

«Nel nostro spettacolo – spiega il regista Stefano Angelucci Marino – Arturo, un giovane abruzzese dei giorni nostri, racconta la sua storia, l’avventura di un ragazzo che dall’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria, sognando di diventare un grande chef, arriverà a lavorare in uno dei più famosi ristoranti di Los Angeles. Con grande ironia e semplicità si racconta di Villa negli anni ’90, degli inizi all’Alberghiero, la passione per i fornelli, degli scontri con i genitori, l’arrivo a Los Angeles, i primi amori, i colleghi e la dura vita di cucina. Attraverso la storia di Arturo e della sua famiglia vogliamo costruire uno spettacolo che riesca a raccontare pezzi, stralci, spaccati di vita dei giovani cuochi di oggi, i loro sogni, i loro problemi, le sconfitte e i trionfi. Il giovanissimo Arturo in famiglia sente scoppiettare l’idioma abruzzese, idioma che tra i componenti adulti del “clan“ spesso rappresenta il mito dell’origine, il rifugio salvifico, l’identità ri-affermata, mentre per lui, per il giovane cuoco oramai pronto alla conquista del mondo (ossia l’America, gli Stati Uniti d’America) significa solo emarginazione e disprezzo. Inizia così l’avventura di un ragazzo che costruisce su di sé una visione dell’America come terra da conquistare. Conquistare l’America, il successo, la notorietà attraverso la grande passione per la cucina e farla finita con l’Abruzzo. Da quel momento Arturo vive tutte le fasi della sua vita nel pieno di una forte contraddizione psicologica, in una specie di lunga crisi d’identità, indeciso tra la spinta all’integrazione piena (cioè verso la piena conquista di una dimensione “moderna“) e la difesa della propria radice autentica, rappresentata dal patrimonio di tradizioni dei genitori, di norma antiquati e fatalmente antagonisti rispetto alle ambizioni dei figli».

Ingresso intero 10.00 euro, ridotto 6.00 euro (anche per gli abbonati alla Stagione Teatrale Aquilana 2013/2014), Card per 8 ingressi 40.00 euro. Info: botteghino TSA 0862 410956 – 3485247096.