‘Sei di Tagliacozzo se’, orgoglio ‘orgoglium’ invocat

29 aprile 2014 | 16:10
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‘Sei di Tagliacozzo se’, orgoglio ‘orgoglium’ invocat

di Gioia Chiostri

«Coccia dura e core tenero». I tagliacozzani sono così. Al di sotto di un guscio tipicamente abruzzese (Igp per l’esattezza) bello, forte e resistente, mostrano qualche volta barlumi di tenerezza e prodigalità, soprattutto quando hanno di fronte un amico. Dopo Sei aquilano se, con i suoi orgogli campanilistici e Sei marsicano se, con i suoi sfottò irriverenti, il nostro entroterra ha partorito un nuovo segno distintivo virtuale. Sei di Tagliacozzo se è il nuovo frutto dell’albero delle meraviglie di Facebook. Un gruppo virtuale nato su Facebook nel marzo del 2014, quindi molto recente. Chiediamo di tracciarne la storia al suo creatore, Alessandro Moscetti, detto dai suoi compaesani Sandro Er Biondo, un caso particolare di tagliacozzano adottato, visto che la sua città di origine è Roma.

«L’affetto che provo per Tagliacozzo è incommensurabile – afferma – io, in realtà, non sono originario di Tagliacozzo, ma di Roma. Eppure per me è come se fosse una seconda casa. Mia nonna era originaria di Tagliacozzo e si può dire che le estati della mia vita le ho trascorse tutte là, nella città d’arte marsicana. I miei amici vivono tutt’ora a Tagliacozzo e molti da Roma hanno preso moglie lì. Le relazioni che ho intrecciato con i residenti sono davvero eterne. Così mi è venuto in mente di creare una pagina che riassumesse tutti i mille motivi per cui amo Tagliacozzo ed è nata ‘Sei di Tagliacozzo se’, che è un successo virtuale enorme».

La pagina conta ad oggi 1673 membri iscritti e risulta essere una nuova piattaforma aggregativa che si distingue soprattutto dalla ‘compaesana’ Sei Marsicano se, in quanto, spiega il creatore «nasce per scavare a fondo. Non è semplicemente una pagina fatta per distinzione rispetto ad altre realtà territoriali, ma è un gruppo che vuole andare a scoprire le radici prime di Tagliacozzo attraverso il racconto di aneddoti, episodi risalenti ad anni indietro nel tempo, modi di dire antichi, frasi, proverbi. Andare a pescare nelle memorie dei più, i ricordi legati magari alla guerra, alla fame, alla vita di ieri. Qualcosa insomma che diventi monito anche per le future generazioni di Tagliacozzani. Tipo una battuta di Verdone: mitica, vera ed eterna».

La città d’arte, d’anima più romana che marsicana, ha sempre costituito un territorio di gente e case a sé stante. Grande fulcro cittadino, bella nei monumenti e lodevole negli eventi, è una città che si lascia ammirare.

«Tre settimane fa circa abbiamo fatto una cena, noi del gruppo, ed è stato un bellissimo modo di ritrovarci. Io, detto sinceramente, mi sento tagliacozzano nell’anima e mi piacerebbe molto se quest’estate, durante il Festival di mezza estate di Tagliacozzo, fosse possibile organizzare una serata in onore del gruppo e dei suoi membri. Spero si possa fare e spero che il Comune ci dia la possibilità di creare questo evento aggregativo. Sarebbe fantastico se ognuno potesse, magari quella sera, salire sul palco e raccontare agli altri il suo aneddoto del cuore legato alla città. Noi del gruppo avremmo scelto anche i conduttori della serata, uno sarebbe Stefano Miceli e l’altro Alessandro Greco, ma in quanto ad organizzazione la vedo lontana».

Chissà da dove nasce il bisogno, tutto ‘facebookkiano’, di ritrovarsi compaesani sulla rete. Non esiste forse più la voglia di stringere amicizie nella bassa e sempre uguale realtà quotidiana? «In realtà la pagina di Facebook è la realtà quotidiana all’ennesima potenza. Molti tagliacozzani doc abitano fuori e per loro avere un punto aggregativo di così facile utilizzo significa molto. Adesso il gruppo si è aperto anche alle generazioni più piccole, parlo degli adolescenti. E’ bello avere un interesse in comune, quale la città, e poterla ricordare soprattutto attraverso i modi di dire che l’hanno fatta epica. Eppure, ciò che spero si avvererà è che la pagina che ho creato diventi qualcosa di più che un semplice motivo d’orgoglio. Spero che divenga funzionale per aiutare Tagliacozzo a farsi conoscere e apprezzare a livello turistico. Una cosa che ho notato è che la città è molto trascurata a livello di pulizia urbana. Le strade a volte sono sporche, c’è una mini discarica proprio dopo il casello, a destra, all’uscita dall’autostrada. Insomma: io credo che una città ben tenuta e pulita sia un motivo in più per andare a visitarla. Mi schiero da sempre in prima linea per questi problemi di ordine civile e sociale. Credo – dice ridendo – che al comune abbiano un raccoglitore con tutte le mie lettere di protesta. Una volta, ad esempio, scrissi al Comune perché, vedendo che le strade di Tagliacozzo venivano pulite solo in ricorrenza delle processioni, mi venne l’idea di consigliare all’amministrazione di fare qualche processione in più, cosicché la città fosse sempre pulita!».

Dell’altro gruppo, ‘Sei marsicano se’, dice «beh, non mi piace dare giudizi gratuiti, ma forse l’ho visto un po’ freddo. Io cerco, in quanto amministratore, ma aiutato dalla collettività tagliacozzana (devo tutto a lei praticamente), di postare i dettagli più veri e accomunanti di Tagliacozzo, di ripercorrere le vecchie vie della città, quelle preferite dalle nonne, ma a parole. Inoltre – continua – ho cercato di bandire ogni pubblicità, notizia calcistica o politica che sia, proprio per evitare screzi inutili e guastafeste. Io dico sempre di aver avuto diciamo l’idea, ossia di aver creato un’immensa scatola, ma il succo, l’essenza ce la mettono i miei compaesani».

Dal calderone dell’orgoglio, ecco che fuoriesce un nuovo gruppo disgregativo e aggregativo in un momento. I tratti in comune, come nei volti di più fratelli, sono spesso messi da parte in onore delle diversità e dell’orgoglio di appartenere. Spiccare fra simili è la natura umana, in fondo. Forza con l’esporre i gioielli di famiglia, allora. E Tagliacozzo, lo diciamo aiutandoci con le parole di Sandro Er Biondo, ne avrebbe tanti da far brillare sotto il cielo d’Abruzzo. Uno fra tutti: lo spirito dei tagliacozzani.

Descrizione della foto-collage: «Ho pensato di fare – aggiunge Alessandro – un collage in rappresentanza del gruppo. Sulla sinistra ci sono alcune foto ‘postate’ di ricordi vari; sulla destra foto di paesaggi; al centro in alto il ‘famoso’ libro di Elisa Blasetti, chiave di molte discussioni sui modi di dire e il primo traguardo di 1000 iscritti. Lo sfondo di tutto il collage è la prima foto messa come sfondo della pagina del gruppo. Mentre la foto più grande è il primo pranzo insieme, fatto circa un mese fa».

{{*ExtraImg_198341_ArtImgRight_300x220_}}«Altra foto che rappresenta ‘la burla’ è quella in cui ho rappresentato sette ‘SARAPICHE’: le più ‘vipere’ del gruppo, con una descrizione storica totalmente inventata. Le SARAPICHE rappresentano il mondo femminile e gli Arpeuni quello maschile, il significato della prima parola è intuibile, mentre per la seconda (quella maschile) deriva da ‘uccello rapace’/falco’».

{{*ExtraImg_198342_ArtImgRight_300x240_}}Recentemente impazza a Tagliacozzo la ‘moda’ degli stemmi che si rifanno a quelli araldici ma con una base popolare. «A Tagliacozzo – spiega Alessandro – molte famiglie o anche dette ‘[i]razze[/i]’ sono riconosciute come: ‘[i]Vissi e Nanni[/i]’, ad esempio vissi ella ciora o [i]vissi e chioitto[/i]. Così un mio amico, Fabrizio Venturini, si sta prodigando per realizzare, per ogni famiglia che lo richiede, lo stemma corrispondente al nome, dandogli una sua connotazione artistica. Anche questo potrebbe diventare il trampolino di lancio per molte manifestazioni culturali e sociali. Infatti, stiamo cercando di organizzare un torneo di ‘ciccio’ in estate con gli stemmi, vediamo se riesce la pensata, altrimenti, vorrà dire che improvviseremo con una abruzzesissima braciolata».

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