
Gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato di Avezzano hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Avezzano a carico di tre pregiudicati del posto, accusati di avere investito e ucciso il marocchino Said Erradi nella notte fra il 3 e il 4 dicembre scorso ad Avezzano.
Si tratta dei fratelli Angelo e Antonello Ferreri, rispettivamente di 32 e 30 anni, e di Angelo Rodorigo, che sono stati raggiunti dai provvedimenti restrittivi sia presso le loro abitazioni, dove uno di questi si trovava in regime di arresti domiciliari, sia in carcere, a Lanciano (Chieti), dove un altro si trovava già rinchiuso. I tre sono accusati di omicidio, rapina e uso di arma.
Sui due fratelli si erano già puntati i sospetti della polizia, tanto che erano stati arrestati dopo il fatto: uno dei due, Antonello, era stato poi rilasciato in attesa di accertamenti. Secondo l’accusa i tre, nel tentativo di prendere droga senza pagare, avrebbero prima picchiato con un bastone ferrato il marocchino e poi lo avrebbero investito con un’auto.
Secondo la squadra mobile dell’Aquila e la squadra anticrimine del commissariato di Avezzano ci sono prove schiaccianti contro i tre che, secondo le accuse, avrebbero ucciso per rapinare l’extracomunitario della droga e dei soldi.
LA DINAMICA – Come riferito in una conferenza stampa con il capo della squadra mobile dell’Aquila Marilio Grasso e il dirigente del commissariato di Avezzano Marco Nicolai, dalle indagini sarebbe emerso che i tre avezzanesi, dopo un incontro con il marocchino per la cessione della droga, probabilmente andato male, in un locale di via America, avrebbero braccato il giovane: Antonello Ferreri a piedi, il fratello e Rodorigo in macchina. Prima lo avrebbero picchiato con un bastone ferrato, poi colpito con lo sportello della macchina, infine investito a marcia indietro.
LE INDAGINI – «L’episodio era stato risolto nella notte stessa con due fermi di polizia giudiziaria e l’individuazione dell’altro soggetto. Poi l’ulteriore rafforzamento dell’attività probatoria al culmine di altri accertamenti ha portato alle tre ordinanze di custodia cautelare in carcere – ha spiegato Grasso – Il grave fatto è legato ad una questione di droga ed è circoscritto. Non ci sono quindi allarmi».
Le ordinanze di custodia cautelare per omicidio, rapina e uso di arma sono state emesse dal gip Andrea Taviano e chieste dal procuratore Vincenzo Barbieri.
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