L’Aquila: test anti-infarto al San Salvatore

30 aprile 2014 | 17:05
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L’Aquila: test anti-infarto al San Salvatore

Nel tempo impercettibile di un battito – 350 millesimi di secondo – ‘fotografa’ il cuore, senza alcuna invasività, individua le placche coronariche nelle primissime fasi di formazione e permette di prevenire l’angina o l’infarto del miocardio. E’ la Cardio Tac di 640 strati, in Abruzzo in dotazione solo all’ospedale San Salvatore dell’Aquila: un’alternativa alla più invasiva coronografia, alla quale oggi si potrà poi ricorrere per disostruire il vaso con il ”palloncino”.

Con la Cardio Tac – costata oltre 1 milione di euro – in dotazione al servizio Radiologia, «l’ospedale aquilano, grazie alla lungimiranza della direzione Asl guidata dal manager Giancarlo Silveri, ha guadagnato un posto di primo piano nel panorama regionale e nazionale» fa sapere la Asl attraverso una nota, sottolineando che «sono pochi i presìdi ospedalieri in Italia a disporre di tale sofisticatissima strumentazione».

«Non a caso – rilevano i portavoce della Asl – a un anno e mezzo dall’attivazione di questo speciale macchinario di diagnostica per immagini all’interno del servizio di Cardio-Radiologia del San Salvatore, diretto dal professor Ernesto Di Cesare, sono oltre il 30 per cento gli utenti che arrivano da altre aree della Regione, la maggior parte da Pescara e Chieti, e, al di fuori dell’Abruzzo, da Lazio e Puglia. Flussi che generano la cosiddetta mobilità attiva che, oltre a costituire un motivo di vanto per l’ospedale aquilano, favoriscono introiti a beneficio della Asl che può così reinvestire nel miglioramento dei servizi».

In un anno e mezzo, con il sofisticato dispositivo, sono stati eseguiti a Radiologia oltre 1.000 esami, con un trend in netta crescita rispetto alla fase iniziale dell’attivazione: solo lo scorso anno sono stati effettuati 600 accertamenti di questo tipo.

«La stratosferica velocità con cui questa Tac all’avanguardia acquisisce l’immagine del cuore, 350 millesimi di secondo, appunto un battito cardiaco, comporta un altro vantaggio, non di poco conto – fanno notare i portavoce della Asl – bassissima esposizione alle radiazioni con conseguente forte riduzione dei rischi legati all’insorgenza delle malattie oncologiche. Infatti, con un battito di cuore l’utente assorbe appena 1 msv (millisievert, unità di misura della dose di radiazione), la metà di quanto ognuno di noi prende in un anno in modo naturale con le radiazioni cosmiche. L’altro grande beneficio, rispetto per esempio alla canonica coronografia, peraltro più costosa, è che questa investigazione per immagini, non avendo alcuna invasività, esclude a priori anche il più piccolo margine di rischio. Con la Tac a 640 strati si possono individuare le lesioni delle arterie coronarie prima che insorga l’infarto, prima causa di morte».

Chi può sottoporsi alla cardio-Tac? «Il test – rilevano i portavoce della Asl – assume grande importanza non solo per chi ha sintomi dubbi come dolore toracico atipico, esiti discordanti da sforzo elettrocardiogramma, scintigrafia ed eco stress, ma anche sintomi sfumati come l’affanno sotto sforzo moderato. Ma l’aspetto nuovo e importante riguarda anche coloro che, pur non avendo sintomi, appartengano a determinate categorie a rischio: ipertesi, diabetici, obesi».

«Intervenendo tempestivamente, grazie all’eventuale scoperta di lesioni – spiega Di Cesare – si può affrontare la patologia con le terapie farmacologiche e altri rimedi per eliminare sul nascere le condizioni che favoriscono l’insorgenza di infarto al miocardio oppure l’angina. Si tratta di una nuova frontiera della diagnostica d’immagine che può portare, con un’adeguata sensibilizzazione dei pazienti e con la preziosa collaborazione dei medici di famiglia, a una nuova strategia contro alcune malattie del cuore».