Alpini 2015, Sulli: «Io ci sarò»

2 maggio 2014 | 17:21
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Alpini 2015, Sulli: «Io ci sarò»

di Lamberto Sulli*

Ho prestato il servizio militare di leva nel periodo 1953/1954 a Tarvisio, nel Corpo degli Alpini, Battaglione L’Aquila. Dopo il congedo, a partire dal 1955 ho partecipato annualmente a tutte le adunate degli Alpini.

Ricordo le principali città italiane che sono state sedi di raduno: Genova, Firenze, Napoli, Milano, Torino, Trieste, Udine e molte altre. In genere, erano quasi sempre le grandi città ad ospitare l’evento per il considerevole numero di “Penne Nere” che normalmente partecipavano ai raduni. Le numerose sollecitazioni rivolte alla Sezione Abruzzi di organizzare a L’Aquila un raduno sono state accantonate nella consapevolezza delle enormi difficoltà logistiche ritenute insuperabili.

I reduci dell’ultima guerra non potevano disertare le adunate. I commilitoni si incontravano e avevano la possibilità di ricordare i brutti momenti vissuti nei vari fronti di guerra – Grecia, Albania, Russia – richiamando alla memoria i compagni che non avevano avuto la fortuna di tornare a casa.

La mia partecipazione, invece, era dettata dal richiamo allo spirito di appartenenza al Corpo degli Alpini e, in presenza dei racconti dei reduci, mi sentivo quasi un estraneo. Ricordo, in particolare, che, prima della sfilata, ci raggiungeva l’avvocato Prisco di Milano, meglio noto a tutti come Vice Presidente dell’Inter, il quale puntualmente sfilava con gli Abruzzesi, avendo prestato servizio con essi durante la guerra.

Per l’adunata del prossimo anno è stata prescelta la nostra città, grazie ad una perfetta ed assidua richiesta dell’Ana Sezione Abruzzi, alla quale non è stata opposta alcuna resistenza, anche per il particolare momento che la città vive da ben cinque anni.

L’organizzazione di una adunata richiede la partecipazione attiva e fattiva di tutti gli Enti: Comune, Provincia, Regione, Camera di Commercio, nonché di tutte le organizzazioni sindacali, artigianali, commerciali, la Società dei Concerti, la Fondazione Cassa di Risparmio e così via dicendo.

Normalmente i partecipanti si aggirano sui duecento/trecentomila individui. Il quotidiano Il Centro parla addirittura di cinquecentomila persone. Certamente saranno numerosi anche per la curiosità di vedere gli effetti del terremoto.

L’enorme massa di persone ha bisogno anzitutto di soddisfare i bisogni primari: mangiare, dormire, nonché utilizzare mezzi pubblici per gli spostamenti nell’ambito cittadino. Anzitutto, bisognerebbe predisporre i parcheggi per gli automezzi che trasporteranno i partecipanti: macchine di proprietà, autobus e camper. Purtroppo, le ferrovie non sono nelle condizioni di organizzare treni speciali e, pertanto, gli automezzi saranno piuttosto numerosi. Nella eventualità che duecentomila persone dovessero utilizzare gli autobus, bisognerebbe prevedere l’arrivo di circa quattromila torpedoni. Ci vorrebbero, quindi, diversi parcheggi, dislocati lontano dal centro, ma ad esso collegati con navette, ben evidenziate e collocate nei vari punti nevralgici e individuabili facilmente attraverso evidenti cartelli.

Per dormire ci sarà la disponibilità degli alberghi – Il Centro fa riferimento alle quattro Province – forse basterebbe limitarsi a L’Aquila, Sulmona, Avezzano e tutti gli altri piccoli centri. Bisognerebbe, altresì, fare l’inventario di locande, pensioni e B&B, disponibili, e, attraverso un particolare sportello, effettuare le prenotazioni con l’indicazione del costo della prestazione. Coloro che utilizzeranno i predetti esercizi costituiranno il 20 per cento degli arrivi, ne consegue che per la sistemazione del restante 80 per cento bisognerebbe seriamente attivarsi. Anzitutto bisognerebbe censire i luoghi adatti ad essere trasformati in “dormitorio” – caserme, conventi, capannoni vuoti o qualsiasi altro posto disponibile, per assicurare a tutti una branda al coperto. Al momento dell’assegnazione del posto letto bisognerebbe consegnare all’interessato anche una specie di tessera, contenente tutti gli estremi utili per individuare il luogo e il posto assegnato.

Per quanto riguarda i pasti, invece, sensibilizzare i ristoranti, le trattorie, i posti di ristoro, le mense aziendali eventualmente attivate, ad adoperarsi con turni giornalieri per assicurare a tutti un posto a tavola.

Non va trascurato, però, che la grave crisi che attraversa il Paese costringerà molti intervenuti ad adattarsi, mangiando un panino con mortadella e un bicchiere di birra. A questo punto sorge spontanea una domanda: dove mangiano? In mezzo alla strada? No, di certo. Allora i panificatori dovranno produrre pane per assicurare la fornitura alle molteplici richieste. Così come i negozi dovranno far fronte alle molteplici richieste. Bisognerebbe attrezzare in diversi punti della periferia della città, forse nelle immediate vicinanze dei supermercati, grossi tendoni, tipo quelli utilizzati in occasione delle sagre locali, dotati di grossi tavoli e panche, onde consentire a coloro che decideranno di mangiare “in economia” di sedersi al coperto, specialmente in caso di pioggia. Occorrerebbe sollecitare anche i produttori delle tipicità locali e abruzzesi, affinché si organizzino con appositi stand con il fine di assicurare la degustazione delle eccellenze tipiche enogastronomiche del territorio abruzzese. Si potrebbero e si dovrebbero coinvolgere tutte quelle associazioni di volontari che annualmente organizzano le sagre nei vari Comuni abruzzesi allo scopo di poter offrire lo stesso servizio ai partecipanti all’Adunata Nazionale dell’Aquila.

Un altro prezioso esempio potrebbe essere desunto dai raduni annuali organizzati dagli “Esploratori”. Ogni gruppo partecipante comunica all’organizzazione centrale il mezzo con cui raggiunge il centro designato, il numero dei ragazzi, il numero delle tende e, infine, i sacchi a pelo di corredo. In questo modo l’organizzazione centrale sa con esattezza quanti sacchi a pelo procurarsi, le eventuali brande, possibili tende e il numero delle cucine da campo da richiedere in uso alla Protezione Civile, in maniera che i vari gruppi possano essere dotati anche della cucina da campo e dei necessari bagni chimici.

L’esempio della canonizzazione dei Papi a Roma ha offerto anche un ottimo esempio di azione, prevenzione e coordinamento delle forze pubbliche per assicurare la più elementare sicurezza dei cittadini e dei turisti.

Sull’onda di questi esempi, di queste modeste esperienze effettuate partecipando a quasi tutte le adunate nazionali, l’Ana Abruzzi saprà mettere a frutto suggerimenti e spunti, onde consentire agli Alpini, all’Aquila e all’Abruzzo di rafforzare e consolidare gli attestati di stima conquistati in ambito locale, nazionale e internazionale.

Ancora una volta, io ci sarò.

*sottotenente