
«Riteniamo che questa campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale assuma per il nostro territorio un’estrema importanza». Si esprimono così in una nota i segretari PD del comprensorio aquilano, che, congiuntamente, denunciano l’abbandono della città e del cratere da parte degli organi centrali regionali.
«Veniamo infatti – si legge – da cinque anni nei quali l’amministrazione regionale uscente è stata fortemente inadeguata e pressoché assente nell’affrontare quella che noi riteniamo essere la problematica centrale all’interno dell’agenda istituzionale regionale: la ricostruzione dell’Aquila e dei comuni del Cratere sismico. Soltanto noi aquilani sappiamo bene quanto avere una Regione assente possa impedire la risoluzione dei problemi. Spesso il nostro territorio viene utilizzato come termine di paragone negativo rispetto all’Emilia Romagna, regione nella quale però c’è stata un’importante differenza: un’intera comunità regionale ha fatto quadrato attorno ai territori colpiti ed è stato Il presidente della Regione ad interpretare le battaglie in difesa del cratere emiliano».
«In Abruzzo invece – attaccano i segretari – abbiamo assistito alla solitudine del cratere aquilano. In cinque anni la Giunta Chiodi non è riuscita a fare una legge regionale per la ricostruzione. E’ necessario che l’ente Regione segni una cesura rispetto al passato, un momento di svolta nell’affrontare le vicende legate alla nostra terra. Questo cambiamento può avvenire soltanto attraverso la vittoria del centrosinistra e l’elezione di un aquilano in consiglio regionale. Per questo motivo noi sosteniamo con forza la candidatura di Pierpaolo Pietrucci, candidatura di rinnovamento ma di grande esperienza, unico dei candidati aquilani ad avere concrete possibilità di essere eletto. Lanciamo quindi un appello a tutti gli iscritti PD ma soprattutto e più in generale a tutti i cittadini dei comuni del Cratere, di sostenere Pierpaolo Pietrucci e non disperdere il voto. Questa volta mandiamo in Regione un rappresentante del nostro territorio e riportiamo L’Aquila al centro delle questioni abruzzesi».