Ricettandoacasa 2.0: maggio in compagnia di fave e pecorino

3 maggio 2014 | 12:57
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Ricettandoacasa 2.0: maggio in compagnia di fave e pecorino

di Lorena Bruno*

Grande classico della cucina romana e piatto tipico della festa dei lavoratori , fave e pecorino rappresentano il piatto ideale da gustare in occasione di una bella scampagnata. L’ulteriore accostamento della pancetta dolce (o del guanciale) è un tocco in più che arricchisce questo saporito piatto, da accompagnare senz’altro con pane casereccio e del buon vino rosso . Lo spuntino operaio per antonomasia, molto in voga soprattutto negli anni ’50 e ’60 quando le famiglie, strette in una fiat 500 o a cavallo della mitica Vespa, raggiungevano i Castelli Romani per un pomeriggio in compagnia.

Curiosità

Le fave hanno una tradizione di “mistero” che le avvolge fin dai tempi antichi: i Greci, infatti, le consideravano un simbolo legato alla morte, questo perché il loro fiore era bianco con macchie nere, disposte in maniera tale da rappresentare la lettera Tau (la prima lettera della parolaTanatos, morte). Le fave sono state da sempre un cibo largamente consumato all’interno delle classi medio-basse e questo legume, pertanto, si inserisce in una lunghissima tradizione gastronomica, soprattutto romana, e trova il suo complemento ideale in un’altra bontà della tradizione, il pecorino romano.

Il pecorino era anch’esso noto fin dall’epoca romana, come dimostrano alcune dettagliate descrizioni in merito, da parte di autori come Varrone, Ippocrate o Plinio il Vecchio. Il pecorino romano, vanta una lunghissima storia: prodotto già in epoca romano-imperiale, venne consumato per secoli, sia dalle classi povere che da quelle abbienti e oggi è entrato di diritto nella tradizione culinaria della Città Eterna.

Se il primo produttore nazionale resta la Sicilia, con un raccolto annuale di oltre 200mila quintali, sono proprio le campagne laziali a possedere la maggiore specializzazione nella coltivazione delle fave, potendo vantare, con circa 87 quintali per ettaro, il massimo rendimento dalle coltivazioni. Il consiglio a consumarle arriva anche dai nutrizionisti (tranne naturalmente per quei soggetti affetti da favismo, malattia ereditaria che provoca gravi anemie) in forza del notevole apporto di proteine, fibre, vitamine e sali minerali che queste leguminose possono dare.

Ingredienti

1) 2 kg di fave

2) 320 gr di pecorino

3) 320 gr di pancetta dolce ( o guanciale)

Procedimento

Pulite il pezzo intero di pancetta, eliminando la cotenna sottostante, le eventuali parti ingiallite laterali e la parte scura superiore. Tagliate la pancetta a fette spesse 2-3mm. Eliminate la crosta del pecorino e tagliate anch’esso a fette dello spessore desiderato, oppure, se molto stagionato, dividetelo in pezzi individuali o piccole scaglie. Passiamo alle fave che, dovranno cuocere in acqua bollente finchè non saranno cotte. Ultimata la cottura delle fav, nella nostra famiglia si usa condirle con olio extra-vergine d’oliva, pepe nero, sale e uno spicchio d’aglio intero da lasciare giusto il tempo necessario che serve per insaporire le fave. Il mio consiglio è di servire fave, pecorino e pancetta in piatti separati, lasciando ai commensali la possibilità di riempire il proprio piatto a piacimento. Accompagnate il tutto con delle fette di pane casereccio (tipo Altamura) e del buon vino rosso. Buon appetito!

La riflessione:

«Molti giovani avranno avuto ben poco da festeggiare, nel giorno del primo maggio, dato l’alto tasso di disoccupazione che attanaglia il nostro Paese. Mi auguro che presto le cose possano cambiare, perché un giovane ha diritto d’inseguire i propri sogni, ha diritto di avere la chance, anche solo una, di provare a fare un lavoro per il quale ha studiato per anni al costo di grandi sacrifici. Che poi, i sacrifici, non solo sono i nostri. I sacrifici sono di tutte quelle mamme e di tutti quei papà che lavorano sodo cercando e sperando di garantire un futuro migliore ai propri figli. Non si tratta di essere “Choosy” o “mammoni”, ma di avere almeno la possibilità di poter scegliere se restare in Italia o andarsene sulla base di opportunità concrete. Devo essere io, giovane laureato a scegliere se andare all’estero oppure no, non deve essere la mia unica soluzione perché non ho scelta. Nella speranza di un futuro migliore, la vostra food blogger d’eccezione augura a tutti voi un buon primo maggio».

[i]*Lorena Bruno, anni 27, laureata in Relazioni Internazionali, si interessa di politica, cucina e fotografia. Vive perennemente con le cuffie alle orecchie, va sempre in giro con la sue reflex e con un buon libro in borsa.

{{*ExtraImg_178989_ArtImgRight_300x381_}}Ama viaggiare e varca i confini ogni volta che può. Ha vissuto ad Agrigento, la sua terra nativa, Roma la sua città d’adozione, ed i suoi studi l’hanno portata a vivere in Portogallo ed in Inghilterra. Cucina torte e dolci da sempre, il resto l’ha imparato per sopravvivenza, curiosità e passione.[/i]