
Protesta al cardiopalma, questa mattina, nell’Aquilano.
Sei operai del Centro turistico del Gran Sasso si sono arrampicati su uno dei piloni della funivia Fonte Cerreto-Campo Imperatore e sono rimasti sul posto per alcune ore.
Tra i motivi della protesta il rischio blocco del piano di rilancio degli impianti. Alcune associazioni ambientaliste hanno infatti bocciato non solo la nuova seggiovia Le Fontari, ma tutto il programma di sviluppo.
I sei dipendenti del Centro turistico del Gran Sasso sono scesi dal pilone della funivia di Fonte Cerreto, alto circa 50 metri, dopo quasi quattro ore di protesta.
Alla base della protesta, secondo quanto appreso in un secondo momento, oltre allo sviluppo dell’area, ci sarebbero anche i contratti di lavoro. Momenti di tensione tra i lavoratori e il direttore amministrativo del Ctgs, Angelo De Angelis, accusato di non garantire la proroga dei sei contratti ‘part time verticali’. «C’era un accordo tra Centro turistico e Gran Sasso Acqua – riferisce il segretario regionale Ugl Piero Peretti, presente sul posto – per cui in caso di esuberi sarebbero stati assorbiti dalla società di gestione idrica che, invece, ora ha emesso un bando per l’assunzione di sei operai all’esterno. La reazione mi sembra comprensibile».
Polemiche anche per l’assenza di esponenti dell’amministrazione comunale sul luogo della protesta.
Per quanto riguarda invece il rilancio degli impianti, il nuovo piano industriale prevede la realizzazione della nuova seggiovia Le Fontari, destinata ad essere posizionata a poche decine di metri da quella attuale, un impianto nuovo e tecnologicamente avanzato da circa 6 milioni di euro provenienti da fondi Cipe. Anche altri gli interventi previsti, come la realizzazione di cabinovie e nuovi impianti di risalita.
Nei giorni scorsi il Coordinamento EmergenzAmbiente Abruzzo 2014, che riunisce 29 associazioni ambientaliste, ha polemizzato sul progetto, chiedendo che il nuovo tracciato ricalchi in toto il vecchio, senza danneggiare altro territorio e auspicando un ritiro del bando. Contro questa posizione sono arrivate proteste bipartisan, da Peretti al candidato del Pd Pierpaolo Pietrucci: per loro lo sviluppo deve andare avanti. Così la pensano anche gli operai saliti oggi sul pilone.
Da parte sua EmergenzAmbiente ha convocato una riunione urgente per il 18 maggio prossimo a Campo Imperatore con sindacati, maestri di sci e lavoratori interessati «per arrivare a una proposta comune sullo sviluppo eco-compatibile del Gran Sasso».
Un messaggio di solidarietà ai lavoratori è arrivato da Cgil, Cisl e Uil. «Il piano industriale del Gran Sasso è una necessità assoluta per lo sviluppo turistico del comprensorio aquilano e dell’intera provincia. La nostra piena solidarietà va ai dipendenti del Centro turistico che, questa mattina, hanno inscenato una manifestazione di protesta salendo su un pilone di 50 metri della funivia di Fonte Cerreto per chiedere, a gran voce, certezze sul futuro occupazionale dell’azienda e delle maestranze e un impegno concreto per il rilancio e la valorizzazione della montagna aquilana», sottolineano i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Umberto Trasatti, Paolo Sangermano e Michele Lombardo, appoggiando la protesta dei lavoratori del Centro turistico che chiedono la proroga dei contratti part-time verticali, che «a tutt’oggi l’azienda non è in grado di garantire». «Il problema occupazionale – affermano Trasatti, Sangermano e Lombardo – è strettamente connesso al rilancio dell’intera area, che passa attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture e impianti di risalita. Il Centro turistico del Gran Sasso deve impegnarsi a garantire la proroga dei contratti part-time ai dipendenti che lavorano solo nel periodo invernale, ma il problema è ben più vasto. Il piano industriale varato dal Comune deve viaggiare a ritmo serrato, superando l’opposizione delle associazione ambientaliste, che rischia di vanificare gli sforzi compiuti finora per la redazione di un progetto che prevede la realizzazione di nuove infrastrutture e centri di accoglienza, indispensabili per il rilancio turistico ed economico del Gran Sasso. Contestare la nuova seggiovia delle Fontari, posta, tra l’altro, a poche decine di metri da quella attuale – incalzano Cgil, Cisl, Uil – significa impedire la crescita di Campo Imperatore e di tutto il settore del turismo legato alla montagna». Cgil, Cisl, Uil sottolineano, ancora l’aspetto occupazionale: «Solo con un adeguato ammodernamento delle strutture esistenti e con la realizzazione di nuove opere per l’accoglienza dei turisti – concludono Trasatti, Sangermano e Lombardo – sarà possibile dare stabilità ai lavoratori del Centro turistico del Gran Sasso».