
Un uomo originario di Pescasseroli ha abusato per anni della figlia minore della convivente.
Per questo era stato condannato al termine del processo di primo grado; la condanna era stata confermata prima in appello e poi, definitivamente, in Cassazione.
Ora gli agenti della Squadra Mobile dell’Aquila lo hanno arrestato e condotto presso il carcere di Sulmona dove dovrà scontare la pena di 5 anni di reclusione. L’uomo, che vive a Castel di Sangro, dal 1997 al 1998 avrebbe compiuto atti sessuali sulla bimba, allora dodicenne toccandole le parti intime ed inducendo la stessa a fare altrettanto nei suoi confronti.
Nel 2002 lo stesso avrebbe costretto la ragazza, sedicenne, ad avere rapporti sessuali completi, approfittando di una particolare condizione emotiva in cui la stessa versava in quel periodo. L’uomo si sarebbe appartato in macchina, in un’ora tarda, in un luogo isolato e distante dalla strada statale. Appena divenuta maggiorenne la ragazza sporse denuncia. Al termine del processo di primo grado, nel 2007, fu condannato alla pena di sei anni di reclusione. Il processo d’appello, nel 2009, riformò parzialmente la sentenza precedente, rideterminando la pena in 5 anni e sei mesi.
Infine, nel 2011, la Suprema Corte di Cassazione, cui l’uomo aveva fatto ricorso, inviò gli atti alla Corte di Appello di Perugia per la rideterminazione della pena che, con sentenza del 2012, e’ stata inflitta per 5 anni.
I FATTI
Petrella Giovanni, originario di Pescasseroli ma residente in Castel di Sangro, dal 1997 al 1998 avrebbe compiuto atti sessuali con una bimba, allora dodicenne, figlia della sua compagna, toccandole le parti intime ed inducendo la stessa a fare altrettanto nei suoi confronti, spingendola anche ad avere dei “rapporti orali”.
Nel 2002 lo stesso avrebbe costretto la ragazza, sedicenne, ad avere rapporti sessuali completi, approfittando di una particolare condizione emotiva in cui la stessa versava nel periodo in esame. L’uomo si sarebbe appartato in macchina, in un’ora tarda, in un luogo isolato e distante dalla strada statale.
Appena divenuta maggiorenne la ragazza sporge denuncia.
Al termine del processo di primo grado, nel 2007, il Petrella fu condannato alla pena di sei anni di reclusione. Il processo d’appello, nel 2009, riformò parzialmente la sentenza precedente, rideterminando la pena in 5 anni e sei mesi.
Infine, nel 2011, la Suprema Corte di Cassazione, cui l’uomo aveva fatto ricorso, ha inviato gli atti alla Corte di Appello di Perugia per la rideterminazione della pena che, con sentenza del 2012, è stata inflitta per 5 anni.