Metanodotti, Consulta boccia legge Abruzzo

9 maggio 2014 | 18:13
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Metanodotti, Consulta boccia legge Abruzzo

No a limitazioni sul territorio regionale per la realizzazione di impianti di interesse nazionale, come i metanodotti. La Corte Costituzionale ha bocciato la legge della Regione Abruzzo che disciplinava la localizzazione di centrali di compressione del gas in aree sismiche.

In provincia dell’Aquila, a Sulmona, dovrebbe sorgere una centrale di compressione del gas che fa parte del metanodotto Snam Brindisi-Minerbio.

Secondo la Consulta, la legge regionale numero 14 del 7 giugno 2013 ha violato l’articolo 117, terzo comma, della Costituzione, sulle competenze statali e regionali di legiferare in materia di «produzione, trasporto e distribuzionale nazionale di energia».

«Nel caso in esame – si legge nella sentenza – la disposizione censurata, consentendo la localizzazione delle centrali di compressione a gas soltanto al di fuori delle zone sismiche classificate di prima categoria produce l’effetto di limitare la realizzazione di impianti di interesse nazionale in determinate aree del territorio regionale». «Questa Corte – prosegue la Consulta – si è già pronunciata sulla legittimità costituzionale di analoghe disposizioni di legge regionale, in riferimento agli stessi parametri evocati nel presente giudizio. Con la sentenza numero 182 del 2013, è stato infatti dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 3 della legge della Regione Abruzzo 19 giugno 2012, numero 28, che, tra l’altro, introduceva l’incompatibilità tra la localizzazione degli impianti di compressione a gas connessi alla realizzazione dei gasdotti e le aree sismiche classificate di prima categoria». «Alla stessa stregua della disposizione di legge regionale allora censurata dalla Corte – si sottolinea nella sentenza – anche la norma impugnata nell’odierno giudizio, recante integrazioni apportate alla legge regione Abruzzo numero 2 del 2008, stabilisce un’incompatibilità a priori tra le zone sismiche di prima categoria e la localizzazione delle centrali di compressione a gas», in contrasto con una serie di norme.

La Regione Abruzzo non si era costituita in giudizio davanti alla Corte Costituzionale dopo una valutazione tecnica della vicenda successiva al parere arrivato dall’Avvocatura regionale.