Università L’Aquila, scontro sul numero chiuso

9 maggio 2014 | 19:03
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Università L’Aquila, scontro sul numero chiuso

«Il CdA dell’Università dell’Aquila ha bocciato la proposta della rettrice sull’offerta formativa contenente l’introduzione del numero chiuso». L’anticipazione arriva dai portavoce di Udu L’Aquila.

«Lo Statuto dell’Università – scrive l’Udu in una nota – prevede che tutti gli atti regolamentari, compresi i regolamenti dei corsi, passino al Senato solo previo parere favorevole del Consiglio di Amministrazione. La Rettrice ha stravolto l’iter, portando al Senato una delibera senza l’obbligatorio parere del Consiglio Studentesco e senza il necessario parere favorevole del Cda che deve essere precedente al Senato Accademico. Lo stravolgimento dell’iter e l’introduzione del numero programmato in un tale contesto hanno portato al duro stop del CdA di oggi. E’ una bocciatura secca».

«Da un anno – sottolineano i portavoce dell’Udu – chiediamo che si affrontino i temi didattici d’Ateneo con il lavoro istruttorio di una commissione didattica d’Ateneo. Se si fosse ascoltato il nostro consiglio non saremmo arrivati a questa situazione. L’Ateneo deve approvare entro il 15 di maggio tutti gli atti definitivi sull’offerta formativa del 2014/2015. Ci sono solo 4 giorni lavorativi a disposizione ed è indispensabile convocare con urgenza tutti gli organismi d’Ateneo, seguendo il corretto iter e modificando la proposta. Dalla legge Gelmini in poi, il Consiglio di Amministrazione è il massimo organo di governo degli Atenei, sarebbe inaccettabile che una proposta bocciata dal CdA venga riportata tal quale. Il CdA non è un organo di ratifica delle “visioni” della Rettrice, ma è il cuore dell’autogoverno dell’autonomia degli Atenei».

«L’Udu – si legge ancora nella nota diramata dall’Unione degli Universitari – non cederà al ricatto morale di una proposta, bocciata, riportata all’approvazione l’ultimo giorno utile. E’ l’intera offerta formativa dell’Ateneo dell’Aquila ad essere a rischio. L’atto di responsabilità lo chiediamo noi alla Rettrice».