
di Giovanni Baiocchetti
Dal 2011, a Fossa, in uno stabilimento una volta adibito a falegnameria, si produce artigianalmente una birra artigianale con acqua del Gran Sasso, luppoli tedeschi, cechi e americani e con malti tedeschi, inglesi e anche italiani. L’Anbra, acronimo di Anonima Brasseria Aquilana, presenta oggi ad Avezzano, in uno stand della fiera campionaria Magia del Fare, una vasta gamma di birre, da quelle chiare a quelle rosse o nere; alcune a bassa fermentazione, altre ad alta fermentazione, per soddisfare tutti i palati.
{{*ExtraImg_200057_ArtImgRight_300x192_}}«A Fossa, piccolo comune alle porte dell’Aquila, abbiamo un impianto da 500 litri per ogni cotta, con sei fermentatori da mille litri, in cui ci occupiamo anche dell’imbottigliamento» spiega Giuseppina, una delle ragazze dello stand. «Nel settembre del 2011 – aggiunge – abbiamo inaugurato un pub nel centro dell’Aquila, in via dei Sali, che abbiamo dovuto chiudere lo scorso giovedì per i lavori di ristrutturazione, ma la nostra birra viene servita anche in diversi ristoranti della provincia e in alcuni locali di Roma».
{{*ExtraImg_200058_ArtImgRight_300x225_}}Sulla chiusura della birreria all’Aquila nessun timore: l’Anbra non ‘abbandonerà’ i suoi clienti. Il proprietario del locale Luca Marcotullio è già alla ricerca di un nuovo spazio, sempre nel centro storico del capoluogo abruzzese, in cui riaprire l’attività, a quasi tre anni dalla prima “cotta”.