
Utilizzare in modo efficace le risorse messe a disposizione dall’Ue, mettere in ‘sicurezza’ il bilancio regionale, ridurre le tasse su cittadini e imprese e favorire la tutela del territorio. Agrinsieme Abruzzo, nuovo soggetto della rappresentanza agroalimentare regionale, illustra ai candidati alla presidenza della Regione, in vista delle elezioni del 25 maggio, le proprie proposte, con l’intento di «contribuire alla crescita e allo sviluppo dell’Abruzzo».
Il documento contenente le proposte è stato illustrato stamani nel corso di un incontro nella sede della Camera di commercio di Pescara. All’iniziativa erano stati invitati tutti i quattro candidati presidenti, ma l’unico presente era l’aspirante governatore grillino Sara Marcozzi. Proprio in riferimento all’assenza degli altri tre il coordinatore di Agrinsieme e presidente regionale di Confagricoltura, Concezio Gasbarro, ha sottolineato che «la classe politica è completamente assente rispetto a questi temi».
«L’agroalimentare abruzzese – si legge nel documento – si trova di fronte alla sfida di come pensare e redigere il Piano di sviluppo rurale per il periodo di programmazione 2014/2020. Vale a dire come utilizzare al meglio le risorse e come indirizzarle verso le esigenze del nostro sistema agricolo e agroalimentare. Per fare questo è necessario un pieno coinvolgimento delle organizzazioni professionali agricole, della cooperazione e dei portatori di interesse».
Per il Psr Agrinsieme illustra alcune priorità: incentivare la presenza dei giovani, favorire il miglioramento delle strutture aziendali, favorire l’associazionismo, potenziare consulenza e formazione, sviluppare il sistema della filiera corta, rispondere ai cambiamenti climatici con modelli agricoli rispettosi dell’ambiente e favorire il mantenimento delle attività nelle zone interne.
Il nuovo soggetto della rappresentanza agroalimentare si concentra anche sulla semplificazione delle procedure, sugli investimenti pubblici sulle infrastrutture, sulla necessaria attenzione da riservare alla questione credito e sulla necessità di un confronto costante tra istituzioni, politica e rappresentanze produttive.
«Le 70mila aziende, le 170 cooperative di lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli e gli oltre 20mila occupati – si legge ancora nel documento – rappresentano il 20 per cento circa del Pil abruzzese. Senza agricoltura non c’è possibilità di un ambiente fruibile. L’ambiente è parte integrata del territorio della nostra regione. E’ la sua forza, ma non deve trasformarsi in fattore di debolezza o di limite per l’esercizio corretto, consapevole e attivo dell’attività agricola».
Agrinsieme è formato da Cia, Confagricoltura Agrital-Agci, Fedagri-Confcooperative, Legacoop-Agroalimentare e rappresenta un «momento di discontinuità rispetto alle logiche della frammentazione che spesso hanno caratterizzato il mondo agricolo».