Una cartolina da L’Aquila

12 maggio 2014 | 16:08
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Una cartolina da L’Aquila

di Gioia Chiostri

Dentro di sé si ha, troppo spesso, una cristalleria di equilibri da custodire. Al di sotto della corteccia di pelle, ci sono solo cristalli, fragili certo, ma oltremodo riflettenti. E polimorfi. Dentro di sé, troppo spesso, la cristalleria cede sotto il peso delle dicerie, delle gesta e azioni altrui. O dell’altrui forza distruttiva. E’ quello che un po’ è accaduto all’Aquila. O meglio alle anime dei suoi abitanti. Per assurdo, però, in questi ultimi anni, la forza di ricostruire la piramide di specchi introspettiva, è venuta dalle generazioni più giovani. Ad esse va il credito di aver vissuto troppo poco L’Aquila intatta e il debito di averla vista cadere troppo presto.

Rebecca Tatoni, la giovane vincitrice del concorso fotografico ‘Turista nella mia città’, indetto dalla scuola Dante Alighieri, nata il 19 gennaio 2001 a L’Aquila e frequentante la terza media, ha dato, tempo fa, una piccola lezione ai grandi del suo territorio. La sua foto, dal titolo ‘[i]Astrazione[/i]’, è risultata la più emblematica e suggestiva delle finaliste, aggiudicandosi l’ambito riconoscimento finale.

{{*ExtraImg_200342_ArtImgRight_300x271_}}Le chiediamo cosa c’è dietro la sua storia da fotografa in erba. «Un po’ di tempo fa – racconta – ero in giro per la città a scattare delle foto per una mia documentazione personale, catturando qua e là le immagini che attiravano di più la mia attenzione. Saputo del concorso alla Dante Alighieri, mi è venuto in mente di proporre due foto a cui sono particolarmente affezionata: ‘[i]Aspirazione[/i]’ e ‘[i]La memoria[/i]’. La prima, [i]Aspirazione[/i], rappresenta la città distrutta in tutta la sua decadenza, che presto, spero, verrà ricostruita. La seconda, La memoria, ritrae il volto di mio nonno, che per me rappresenta la memoria storica della città filtrata dal mio sguardo».

E’ passato più di un mese dalla premiazione. Rebecca, nel frattempo, si è iscritta al liceo classico Domenico Cotugno e continua a praticare i suoi sport preferiti: la danza e lo sci. Appassionata della lingua inglese, tanto da sperare di maturare un corso all’estero, la giovane aquilana così descrive il momento della vittoria: «Non avevo la minima idea di che cosa sarebbe successo durante la premiazione, speravo ma non pensavo di vincere. Hanno iniziato ad assegnare i primi premi e le mie aspettative si abbassavano sempre di più, man mano che venivano detti i nomi dei vincitori. Le mie amiche mi dicevano che presto mi avrebbero chiamata, ma io non ci credevo. Alla fine, hanno detto il mio nome: mi è preso un colpo al cuore, ma, una volta realizzato il tutto, sono stata felicissima. Da grande – aggiunge – mi piacerebbe fare il medico, precisamente il chirurgo e girare per il mondo».

{{*ExtraImg_200343_ArtImgRight_300x199_}}Il concorso fotografico, alla sua prima edizione, ha coinvolto anche i plessi della ex Carducci e di Paganica e ha avuto [i]Città Magazine[/i] come partner per la votazione on line. La giuria tecnica, presieduta da Roberto Grillo, era composta da fotografi professionisti e personale del mondo del giornalismo e dell’editoria. Della commissione facevano parte anche Giustino Parisse, caporedattore del Centro; Raniero Pizzi; Marco Giancarli per [i]Il Tempo[/i]; Marcello Spimpolo per [i]IlCapoluogo.it[/i], Antonella Calcagni, insegnante e giornalista; Daniela Braccani di [i]Tvuno[/i]; la grafica Filomena Di Camillo; Emanuele Prete per la società editrice che ha donato un cospicuo numero di premi e Renato Vitturini fotografo del quotidiano [i]Il Messaggero[/i].

Quella di Rebecca è stata giudicata una foto bellissima e molto simbolica, ma per lei cosa rappresenta? «La voglia di ricominciare. Già il nome, [i]Aspirazione[/i], rimanda all’aspirazione che accomuna tutta L’Aquila, ossia la rinascita della città. La gru che va in alto fa pensare all’infinito e dà un senso di speranza e serenità. Il Palazzo del Governo, invece, è il simbolo dell’autorità con cui noi cittadini contiamo ogni giorno di collaborare per la ricostruzione del nostro meraviglioso capoluogo. Al concorso ho presentato due fotografie: [i]Aspirazione[/i] e La memoria. Ho ricevuto i complimenti dalla senatrice che mi ha premiato e dalla giuria d’eccellenza».

Le chiediamo quale sia, secondo il suo spirito critico, già molto sviluppato, la via migliore per ricostruire L’Aquila. «La strada migliore, secondo me – risponde – è che ognuno di noi aquilani si sforzi di fare al meglio quello che può, dando il proprio contributo al massimo livello. Bisognerebbe puntare sul turismo, in quanto L’Aquila è una città ricca di storia e di cultura. Da parte delle autorità dovrebbe esserci, invece, una maggiore programmazione».

Parole sagge. Anche se a proferirle è una ragazza appena approdata alla meta adolescenziale. Non si dimentichi mai che i ragazzi di oggi saranno gli uomini del nostro domani, educati, molto spesso, più dalle sciagure esterne che dai vuoti interni.