‘Nolite Timere’, docufilm su Celestino V

13 maggio 2014 | 18:27
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‘Nolite Timere’, docufilm su Celestino V

di Alessia Lombardo

Una docu fiction sull’affascinate figura di Papa Celestino V, pronta ad andare oltre al “gran rifiuto” restituendo la sfaccettatura umana misconosciuta di Pietro del Morrone, frate del XIII secolo.

{{*ExtraImg_200557_ArtImgRight_300x192_}}“[i]NOLITE TIMERE – l’insegnamento di Papa Celestino V[/i]” è una creatura del giovane regista Giuseppe Tandoi, realizzata con il contributo del ministero per i Beni e le attività culturali, che lo ha riconosciuto [i]Film di interesse culturare e nazionale[/i], assieme alla collaborazione della Regione Abruzzo e dell’associazione musicale Concentus Serafino Aquilano e patrocinato dal Comune dell’Aquila.

Il docufilm della [i]Esprit Film[/i], società di produzione cinematografica aquilana, è stato presentato oggi dal regista Tandoi, assieme alla co-sceneggiatrice Eulalia Caterina Rosati, al maestro Manlio Fabrizi, all’attore protagonista Lino Capolicchio, alla voce narrante Franco Narducci, all’assessore comunale al Turismo Lelio De Santis e Goffredo Palmerini, messaggero dell’Aquila e dell’Abruzzo in Italia e all’estero.

Il film realizzato con un budget di circa 42 mila euro – 8mila euro dati dalla Regione Abruzzo e 35mila dal Ministero – al momento avrà delle proiezioni mirate.

La prima nazionale è in programma il 19 maggio 2014 alle 20.15 al Moviplex all’Aquila.

{{*ExtraImg_200558_ArtImgRight_300x189_}}“Nolite Timere” verrà proiettato il 23 maggio a Lecce e il 30 maggio a Corato (Bari), poi in estate sarà la volta di Pescara, Sulmona e Caserta. Inoltre, con l’aiuto di Palmerini, c’è la possibilità che il docufilm venga proiettato all’estero. Al momento non ci sono risorse per una circuitazione ben definita, ma il regista è intenzionato a portare il proprio lavoro nelle scuole.

A spiegare il lavoro effettuato per restituire una maggiore visibilità nazionale a Celestino V è Giuseppe Tandoi. «Siamo partiti dalla ricerca del vero Pietro, un po’ più autentico – ha esordito – abbiamo ritrovato il processo di canonizzazione e lì riemergono le parole di Pietro. C’è una immagine diversa dello stereotipo perché emergono umiltà, insegnamento e saggezza. Per ottenere una guarigione lui chiedeva sempre un cambiamento interiore. Sin da piccolo era in contatto con il Divino e riusciva anche a profetizzare, per questo scelse la vita da eremita. Era sempre al servizio di Dio. Solo così si riesce a capire perché viene ricordato per il suo gesto».

Per la co-sceneggiatrice Caterina Rosati si tratta di un «lavoro scandaloso perché va da un’altra parte rispetto a quella a cui siamo abituati. Ci fermiamo all’elezione a Papa. Era un bambino non comune: conosceva sin da piccolo le preghiere a memoria e i suoi santini si animavano. Nella sua vita ricorre il 29 agosto. Tra le proprie frasi c’erano “[i]La Chiesa per rappresentare Dio deve essere dell’altro[/i]” e “[i]dovremmo fare delle altre scelte[/i]”».

{{*ExtraImg_200559_ArtImgRight_300x192_}}Agnostico, l’attore protagonista Lino Capolicchio ha interpretato il ruolo religioso con molta profondità. «Non l’ho fatto per denaro – ha detto – è un film affascinante, mi intriga la figura mistica. Sono molto legato a L’Aquila e la mia operazione è un omaggio alla città così ferita in profondità».

Per l’assessore al Turismo De Santis «attraverso il film si può veicolare l’identità storico-culturale della nostra città che organizza eventi, la Perdonanza su tutti, imperniati sulla figura di Celestino V».

Fabrizi ha spiegato com’è stata realizzata la colonna sonora: «Abbiamo cercato di entrare nella spiritualità del personaggio con dei suoni di introspezione. I pezzi sono realizzati su preghiere scritte da Celestino. Il Concentus Serafino si è occupato sia della parte strumentale sia della parte vocale». Franco Narducci ha interpretato la voce fuori campo di Don Lelio Marini.

I documenti che hanno permesso di ricostruire un taglio più umano di Celestino V risalgono al 1630. Si tratta di numerosi manoscritti dei discepoli, scritture dello stesso Papa, del processo e scritti di Stefaneanchi, nonché di Marini.

Le scene sono state girate in Abruzzo, Molise, Lazio e Umbria. Le riprese di finzione sono durate una settimana, mentre le riprese documentaristiche tre settimane.