Roma innamorata del Gran Sasso

14 maggio 2014 | 14:50
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Roma innamorata del Gran Sasso

Il 21 maggio a Roma, alle ore 17, presso la sede storica della [i]SOCIETA’ GEOGRAFICA ITALIANA[/i], immersa nella suggestiva cornice di Villa Celimontana, a due passi dal Colosseo, in via della Navicella 12, si terrà un importante evento con al centro due volumi e una mostra documentaria realizzati dalla casa editrice Ricerche&Redazioni di Teramo, che si sta specializzando in opere generali dedicate alla storia e alla cultura delle montagne dell’Appennino.

I libri sono l'”Atlante Storico del Gran Sasso d’Italia”, di Silvio Di Eleonora, Fausto Eugeni e Lina Ranalli, e “Storia dell’alpinismo in Abruzzo” di Stefano Ardito. La mostra documentaria è “Sua Maestà il Gran Sasso d’Italia”.

L’evento avrà come tema centrale [i]”ALPINISMO E CONSERVAZIONE DELLA NATURA: IL LABORATORIO GRAN SASSO”[/i], con la partecipazione di numerosi e qualificatissimi relatori: Ezio Burri, Massimo Cialente, Giovanni D’Ercole, Agostino da Polenza, Rodolfo De Laurentiis, Arturo Diaconale, Luca Grazzini, Franco Salvatori, Lorenzo Santilli e Alfio Signorelli.

L’evento si concluderà con l’inaugurazione della mostra, che resterà visitabile per altre due settimane, e con un “aperitivo abruzzese” nel bellissimo parco della Villa, in collaborazione con gli amici dell’Ass. Culturale “Il Chiostro”.

NEL DETTAGLIO: Il primo volume è la prima rassegna completa di iconografia storica sul Gran Sasso d’Italia, la catena montuosa con la vetta più alta dell’Appennino, oggi Parco Nazionale.

Dalla prima immagine conosciuta del 1573 di Francesco De Marchi, alle suggestive foto in bianco e nero degli anni ’30 e ’40, passando per cartografie storiche, mappe, incisioni, dipinti, disegni, schizzi e appunti di viaggio, antiche copertine di libri, manifesti, cartoline illustrate e tanto altro ancora.

Il libro offre uno straordinario repertorio di immagini che in cinquecento anni hanno rappresentato il ‘disegno’ della Montagna più celebre dell’Appennino, un viaggio indietro nel tempo per scoprire il Gran Sasso dei secoli passati, in compagnia di cartografi, pittori, esploratori, scialpinisti.

Il volume, costato anni e anni di appassionata e laboriosa ricerca dei tre Autori, Silvio Di Eleonora, Fausto Eugeni e Lina Ranalli, è realizzato in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Archivi di Stato dell’Aquila e di Teramo), la Biblioteca provinciale dell’Aquila “S.Tommasi”, la Biblioteca provinciale di Teramo “M. Delfico”, il Club Alpino Italiano Sede di Torino, il Club Alpino Italiano Sezione di Roma e altri Istituti di Cultura e Conservazione.

Il saggio introduttivo è a firma dello storico aquilano Alessandro Clementi.

Un’opera straordinaria, una ricerca minuziosa condotta negli archivi e nelle biblioteche di tutta Italia e non solo, che ha permesso di rintracciare e pubblicare documenti sconosciuti, inediti, di rilevante interesse scientifico e culturale.

Un corpus documentale imponente, riunito insieme per la prima volta in un volume di grande pregio grafico-editoriale, realizzato in hard cover e stampato con avanzate tecniche di lavorazione offset, 180 pagine riccamente illustrate in quadricromia su carta Matt Art.

Il secondo libro ripercorre per la prima volta i quasi 450 anni di storia delle esplorazioni compiute sulle montagne abruzzesi, e lo fa con uno stile di grande impatto ed efficacia narrativa. Stefano Ardito, giova ricordarlo, è una delle firme più note e autorevoli del giornalismo di montagna e di viaggi italiano.

Ben 328 pagine di storie straordinarie e riccamente illustrate, per un libro pubblicato con il Patrocinio di: Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Nazionale della Majella, Parco Naturale Regionale Sirente Velino, CAI Abruzzo, CAI Lazio e CAI Marche.

Dicono di lui: «Una storia di uomini e montagne.

Da quando l’uomo frequenta per passione le montagne, solo un piccolo numero di vette e di alpinisti è diventato famoso. Walter Bonatti e le sue avventure sul Monte Bianco. Edmund Hillary, Tenzing e la prima ascensione dell’Everest. Le galoppate di Emilio Comici sulle Dolomiti, e di quelle recenti di “Manolo” Zanolla.

Anche Reinhold Messner, l’alpinista più noto di sempre, ha compiuto in gioventù delle straordinarie arrampicate. Ma è diventato celebre solo vent’anni più tardi, grazie ai suoi exploit in Himalaya.

L’elenco delle cime più belle e famose della Terra, oltre ai giganti delle Alpi occidentali (il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino) comprende le Torri del Vajolet, le Tre Cime, il Sassolungo e altre crode delle Dolomiti, e poi vette sparse nel resto del mondo. L’Everest, il Nanga Parbat, il K2 e l’Annapurna nell’alta Asia. Il Mc Kinley in Alaska. Il Cerro Torre e il Fitzroy in Patagonia, l’Alpamayo e lo Jirishanca in Perù.

In un elenco di popoli di montagna non possono mancare gli Sherpa del Nepal, gli Hunza e i Baltì del Pakistan, i popoli indigeni delle Ande. Nel cuore dell’Europa vivono Vallesani e Trentini, Valtellinesi e Tirolesi, Carinziani e Valdostani.

Anche nel cuore della Penisola c’è una terra di grandi e spettacolari montagne. A rendere l’Abruzzo famoso in Italia e in Europa sono l’orso marsicano e il camoscio, le fioriture e le faggete, gli eremi di Fra’ Pietro da Morrone e le torri di Rocca Calascio. La natura e la civiltà di questa terra, però, non sarebbero quelle che sono senza le vette che ne formano l’ossatura.

La mole del Corno Grande e le torri del Corno Piccolo. Il Velino che si lascia vedere da Roma e il Sirente con la sua sconfinata parete. La Majella con i suoi canyon calcarei e la Laga con i suoi fossi di arenaria. Il Marsicano, il Petroso e la Meta che sorvegliano le valli più ricche di fauna d’Italia.

Come tante montagne del mondo, le terre alte d’Abruzzo sono popolate da millenni. Ma questo libro non parla di briganti o pastori, di botanici e lupari, di sacerdoti pagani o di Santi. La storia che ho scelto di raccontare inizia nel 1573, quando Francesco De Marchi, un ingegnere militare di Bologna, compie insieme a cinque compagni la prima salita del “Corno Monte”. E si conclude con il 2013, un anno ricco di vie nuove su roccia, di belle ascensioni su ghiaccio, di exploit di arrampicata sportiva.

È una storia poco conosciuta e avvincente, fatta di desideri e speranze, di vittorie e di drammi, e in qualche caso di morte. Una storia che a volte si legge come un romanzo d’avventura, e costringe in altri momenti chi l’ha scritta a stilare degli elenchi noiosi. Una storia che include exploit di livello europeo, e altre salite decisamente più ruspanti. Un racconto nel quale, come in tutte le storie, è necessario fare dei distinguo e dei confronti.

Il racconto dell’alpinismo in Abruzzo vede sfilare personaggi arrivati da lontano come Francesco De Marchi e Douglas Freshfield, Aldo Bonacossa e Giusto Gervasutti, Tone Valeruz e Bertrand Lemaire. Ma ad animarlo, com’è giusto, sono soprattutto alpinisti dell’Italia centrale. Antonio Giancola e Andrea Bafile, Paolo Consiglio e Gigi Mario, Pierluigi Bini e Giampiero Di Federico, Tiziano Cantalamessa e Paolo Caruso. E via via fino ad Andrea Di Donato, la odierna star del Gran Sasso verticale.

È un libro che spero piacerà agli alpinisti, perché ci troveranno la loro passione e i loro luoghi. Che potrebbe essere utile ad altri storici, in futuro, perché contiene molto materiale inedito. Ma che vorrebbe esser letto anche dagli Abruzzesi “tranquilli”, che vedono ogni giorno le alte vette da casa. E dagli appassionati di neve, di natura e di roccia che arrivano dalle regioni vicine o da luoghi molto più lontani.

Un libro – e lo dico senza alcuna polemica – che spero possa essere utile a chi amministra l’Abruzzo e i suoi magnifici Parchi nazionali e regionali. Le vette, le pareti, e i loro quattro secoli e mezzo di avventure di cui sono state testimoni sono un patrimonio di questa magnifica terra. E di chi la abita».

La mostra, concepita su grandi pannelli realizzati con innovativi sistemi di stampa diretta, la Mostra [i]SUA MAESTA’ IL GRAN SASSO D’ITALIA [/i]presenta per la prima volta alcune tra le più belle immagini storiche sul Gran Sasso d’Italia, la catena montuosa con la vetta più elevata dell’Appennino, oggi Parco Nazionale.

Dalla prima immagine conosciuta del 1573 di Francesco De Marchi, alle suggestive foto in bianco e nero degli anni ‘30 e ‘40, passando per cartografie storiche, mappe, incisioni, dipinti, disegni, schizzi e appunti di viaggio, antiche copertine di libri, manifesti, cartoline illustrate e tanto altro ancora.

Uno straordinario repertorio di immagini che in cinquecento anni hanno rappresentato il ‘disegno’ della Montagna più celebre dell’Appennino, un viaggio indietro nel tempo per scoprire il Gran Sasso dei secoli passati, in compagnia di cartografi, pittori, fotografi, esploratori, alpinisti.