
«I puntellamenti sono di proprietà del Comune e dalla loro vendita è possibile ricavare decine di milioni di euro, una vera manna per le dissestate casse comunali». E’ quanto evidenzia il gruppo civico consiliare Appello per L’Aquila, dopo che nei giorni scorsi «il Comune ha revocato, in autotutela, l’avviso pubblico per lo stoccaggio e la successiva vendita dei materiali dei puntellamenti».
«L’avviso – ricordano i portavoce di Appello per L’Aquila – era del 25 ottobre 2013 e alla fine dello scorso anno l’assessore Moroni aveva assicurato che la scelta della ditta sarebbe stata fatta in pochi giorni. Ora lo si revoca in autotutela perchè evidentemente ci si accorge di alcuni errori. Sette mesi persi, quindi, e vorremmo capirne le motivazioni, al di là di quelle scritte nella determina di revoca».
Secondo Appello per L’Aquila, «l’affaire puntellamenti è una delle pagine oscure del post-sisma, con un’indagine in corso che ha coinvolto alcuni membri della scorsa giunta Cialente e portato alle dimissioni del vice sindaco Riga. La nostra richiesta l’abbiamo espressa ben prima che scoppiasse lo scandalo e la ribadiamo oggi con forza. Il nuovo avviso pubblico dovrà essere incentrato sulla massima trasparenza e prevedere l’obbligo di verificare puntualmente, e non a campione, se le quantità dei materiali smontati corrispondano a quelle rendicontate a consuntivo dalle ditte che a loro tempo eseguirono i lavori di messa in sicurezza. Insomma se in fase di rendicontazione, e quindi di pagamento, una ditta dichiarò di aver utilizzato per un puntellamento 1.000 giunti metallici, quando si andrà a stoccare e vendere quei giunti si dovrà verificare che siano 1.000, non uno di meno».
«Visto che stiamo parlando della ricchezza di tutta la comunità – conclude il gruppo civico consiliare – vorremmo che il Comune adotti politiche e criteri di vendita dell’ingente materiale più convenienti per l’amministrazione che non per la ditta che si occuperà della vendita».