
di Claudia Giannone
Al via la seconda giornata della “Fiera dei Parchi”. L’iniziativa, dedita a riunire i maggiori produttori non solo aquilani, ma dell’Italia intera, vede oggi la partecipazione di nomi noti dal nord al sud del nostro Paese. Molteplici le specialità, molteplici gli assaggi che vengono proposti alle persone che stanno iniziando ad affollare il locale.
Ma per rimanere ancora una volta legati a quella che è la tradizione del capoluogo abruzzese, interviene uno dei personaggi che la comunità aquilana ricorda da ormai molto tempo: il signor “Peppe” della macelleria Rovo. La storia della famiglia, lunga e dedita al rispetto dei costumi locali, inizia quarant’anni fa.
«Quest’anno – esordisce il signor Rovo – festeggeremo il trentesimo anniversario della nostra attività. Trenta sono gli anni effettivi, mentre dieci quelli di apprendistato. Abbiamo iniziato quarant’anni fa, quando eravamo solo dei ragazzini, grazie alla norcineria Giorgi.».
Prosegue con un’attenta analisi del processo che viene utilizzato nel corso della lavorazione e con una descrizione dell’effettiva produzione.
«Lavoriamo carne aquilana per produrre insaccati, fegato, porchetta e tutti i prodotti tipici. Per quanto riguarda il resto dell’Abruzzo, ci occupiamo di vitelli, vitelloni e agnelli. Seguiamo rigorosamente la lavorazione del maiale aquilano. Lavoriamo circa cinquanta o sessanta maiali a settimana, rifornendo i migliori ristoranti della città».
«Siamo quattro fratelli e abbiamo una decina di ragazzi che ci aiutano nel lavoro. Nei pressi delle Grotte di Stiffe – afferma – abbiamo il nostro mattatoio, dove avviene la lavorazione, mentre la macelleria si trova a Santa Barbara».
Un punto anche su quella che è la situazione al di fuori dell’Abruzzo, lì dove la macelleria è conosciuta come una delle più rinomate.
«Siamo molto conosciuti anche a livello internazionale. Abbiamo organizzato molti eventi e abbiamo partecipato alle Fiere Internazionali di Milano, Parigi e Marsiglia. Inoltre, da alcuni mesi abbiamo iniziato ad inviare i nostri prodotti all’Ambasciata Italiana di Parigi».